Nuovo Movimento, stessa linea: la sua. Di Maio torna e si rilancia
M5s Dopo la batosta in Abruzzo, il leader M5S riemerge dal silenzio. Le proposte: nuova organizzazione, dialogo con le imprese, apertura alle liste civiche
M5s Dopo la batosta in Abruzzo, il leader M5S riemerge dal silenzio. Le proposte: nuova organizzazione, dialogo con le imprese, apertura alle liste civiche
Al terzo giorno di silenzio, Luigi Di Maio ricompare e dà corpo alle voci che si rincorrevano fin dalla sconfitta elettorale subita in Abruzzo: propone la riorganizzazione del M5S, sostiene il dialogo con le forze sociali (una in particolare: il «capo politico» cita «gli imprenditori» per quattro volte in poche righe) e soprattutto apre alla possibilità di alleanze con liste civile locali.
Di Maio ritorna con un messaggio che formula proposte di cambiamento che suonano come una rivoluzione interna per le logiche del M5S. Ma attenzione: la rivoluzione è parziale, quasi chirurgica. Perché anticipa ogni possibile richiesta di cambiamento di rotta proponendo mutamenti che lasciano intatto il suo potere e anzi sotto sotto conferma e rafforza, ponendola come modello, la linea politica del leader, le sue scelte strategiche e organizzative e anche il suo stile comunicativo. «In questi due giorni dopo le elezioni ho riflettuto – scrive Di Maio – Mi chiedevo se fosse il caso di dire una verità che tutti nel M5S conosciamo, ma nessuno ha ancora avuto il coraggio di dire».
La «verità» di Di Maio consiste nel fatto che se alle elezioni regionali non si riesce a vincere evidentemente «ci sono alcuni problemi di fondo». Dunque, bisogna arrivare alle amministrative «non improvvisando, come a volte accade» ma «con strategia e rigore». Il punto di riferimento è la campagna elettorale del 2018: «Pensate a come abbiamo affrontato le politiche», dice Di Maio citando come esempi di «apertura a nuovi mondi» le candidature indipendenti selezionate (da lui) nei collegi uninominali e la squadra di governo presentata (da lui) in pompa magna prima del voto.
«Dobbiamo affrontare il tema dell’organizzazione nazionale e locale, dobbiamo aprire ai mondi con cui sui territori non abbiamo mai parlato a partire dalle imprese, dobbiamo decidere se guardare alle liste civiche radicate sul territorio», spiega ancora, precisando che «questo processo non si concluderà dall’oggi al domani. Richiederà mesi e richiederà impegno da parte di tutto il M5S per poi arrivare alla formulazione di proposte da votare su Rousseau». È questo l’unico passaggio in cui compare la piattaforma telematica di Davide Casaleggio, che pare destinata a ricavarsi un ruolo marginale tra alleanze, costruzione di forme organizzative nazionali e locali.
Il progetto prevede che vengano nominati responsabili locali cui chiedere il conto in caso di sconfitte elettorali. È un modo per dribblare le critiche di chi considera che il capo politico non possa fare allo stesso tempo il ministro al lavoro e allo sviluppo e il vicepremier. Una manovra per aggirare le richieste di democrazia interna e al tempo stesso delegare alcune funzioni tenendo in mano il centro nevralgico del M5S.
Dunque addio al partito nel quale convivevano il massimo grado di centralizzazione e il livello estremo di spontaneismo teorizzato da Gianroberto Casaleggio sul modello delle imprese della new economy. Allo stesso modo, la piattaforma telematica verrà utilizzata nelle prossime settimane solo per ratificare le candidature alle europee e i piazzamenti dei capolista, che verranno scelti in ogni circoscrizione dallo stesso Di Maio «dopo aver sentito il garante» Beppe Grillo.
Proprio di organizzazione Di Maio intende parlare nell’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari programmata per lunedì sera, il giorno prima del voto in giunta al senato sul caso Diciotti. Quello che appare certo è che non verrà messo all’ordine del giorno il rapporto con la Lega e si va verso il rifiuto della richiesta di processo a Salvini. Di Maio lo dice, che l’alleanza gialloverde è blindata: «C’è chi pensa che per vincere in Abruzzo dovevamo far cadere il governo – ironizza – Questo finché ci sarò io non avverrà. I nostri iscritti hanno votato il contratto e io ho dato la mia parola agli italiani che si va fino in fondo. Questo governo durerà 5 anni e ispirerà tanti altri governi europei». E per puntellare il governo Di Maio ripesca un riferimento all’antiberlusconismo delle origini: «Il M5S oggi è l’unico argine a Berlusconi ministro della giustizia o dell’economia».
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento