Non si ferma il contagio da Covid-19 in Belgio e fra i primi interventi del neo-governo, guidato dal liberale fiammingo Alexander De Croo, ci sono nuove e più stringenti misure di restrizione alla libertà personale e di chiusura delle attività commerciali.

Che si tratti della cosiddetta seconda ondata lo confermano i numeri, con una media di 2.466 contagi giornalieri nella settimana fra il 27 settembre ed il 3 ottobre, con un aumento del 57% rispetto alla settimana precedente. Ma il dato che più preoccupa è quello delle ospedalizzazioni, 104 nella sola giornata di martedì, il numero più alto registrato in Belgio dalla fine del lockdown. Superata quota 10mila morti da Covid, per il paese che conta il tasso di mortalità fra i più alti al mondo (legata alla metodologia applicata al conteggio dei decessi piuttosto che alla reale letalità del virus).

A preoccupare è la città di Bruxlles, fra le capitali europee più colpite insieme a Parigi e Madrid, con un indice di positività che supera le 500 contaminazioni ogni 100mila abitanti nelle ultime due settimane. La media di positività dei tamponi nella capitale belga è del 14,7%, ben al di sopra della media nazionale, ferma, per cosi dire, al 7,7% (secondo le raccomandazioni dell’Oms, dovrebbe restare sotto il 5%).

Per evitare la propagazione del virus le autorità belghe hanno chiesto ai propri cittadini di aver un numero massimo di contatti permessi, al di fuori del nucleo familiare, a non più di 3 persone in un mese. Nella capitale Bruxelles chiusura totale di bar e caffè per la durata di un mese a partire da oggi. Chiusura parziale anche per sale sportive e palestre. Chiusura invece fissata alle ore 23 per gli altri esercizi di ristorazione nel resto del territorio nazionale.

Che la situazione sia particolarmente grave lo confermano le parole del neo ministro della salute, Franck Vandenbroucke, che ai microfoni dell’emittente radiofonica pubblica francofona, La première, ha dichiarato: «Non posso garantire che scuole e università resteranno aperte».

Intanto anche la macchina politica subisce le conseguenze della diffusione del virus, con la positività del ministro della funzione pubblica della regione Vallonia, Valérie De Bue, e del ministro delle finanze della regione di Bruxelles-capitale, Sven Gatz. Quarantena forzata per le due entità regionali, in attesa degli esiti dei tamponi.