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Numeri record in Sicilia, 4.000 arrivi in un solo giorno

Numeri record in Sicilia, 4.000 arrivi in un solo giorno

Migranti, 17 hanno perso la vita in mare. Oltre 153 mila gli arrivi dall'inizio dell'anno

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 25 ottobre 2016

Calpestata. Il volto sfigurato. Ecchimosi ovunque. Mentre ispeziona il corpo di questa povera bimba di 8 anni, il medico legale si commuove. «E’ irriconoscibile», bisbiglia Giuseppe Termini. Uno strazio. Nel tendone adibito a camera mortuaria nelle banchina del porto di Palermo le salme messe una accanto all’altra sono 17. Ci sono altre due piccole vittime, una di loro sembra avere poco più di un anno. La procura ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le salme erano nella nave norvegese Siem Pilot, a bordo anche 1.099 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia, tra cui 63 minori non accompagnati. I pm hanno interrogato il comandante della nave e l’ufficiale di collegamento italiano che si trovava a bordo dell’imbarcazione. Gli esperti della scientifica, prima delle autopsie sui corpi nell’istituto di medicina legale del Policlinico hanno prelevato le impronte e i campioni di Dna necessari a eventuali familiari per i riconoscimenti. I corpi verranno sepolti nel cimitero palermitano dei Rotoli. «I bambini massacrati dimostrano che abbiamo perso la ragione. Servono occhi sapienti per vedere questo esodo», riflette l’arcivescovo Corrado Lorefice che ha seguito le operazioni nel porto.

Nell’ultima settimana sono stati recuperati 26 cadaveri e salvate 6.500 persone. Nei porti della Sicilia solo ieri sono sbarcati 4.292 migranti. La Siem Pilot era inizialmente diretta a Cagliari ma è stata dirottata a Palermo a causa dell’emergenza accoglienza in Sardegna dopo l’ultimo sbarco di 1.258 persone avvenuto il 6 ottobre. Ad Augusta sono arrivate 758 persone col mercantile Tanker Okyroe; la nave Dignity I, con 552 persone e una salma è approdata a Trapani; la nave Werra con 857 migranti a Messina; la nave Corsi con 358 migranti a Crotone; la nave Beckett con 650 migranti a Pozzallo. Mentre la Aquarius oggi è attesa a Taranto con 520 sopravvissuti.

Nel canale di Sicilia restano la nave Dattilo che ha già a bordo 434 migranti, la nave Iuventa con 278 superstiti a bordo, la nave Rio Segura con 117 persone raccolte davanti le coste libiche. Due giorni fa a Napoli è approdata la Gregoretti, della Guardia Costiera, con a 463 migranti e il cadavere di una donna incinta, recuperato tre giorni fa da un gommone. La nave ha attraccato al molo 21 della città partenopea: tra i migranti diverse donne e bambini, molti dei quali non accompagnati. Il numero di questi ultimi è stato superiore al previsto, al punto che l’amministrazione comunale ha rivolto un invito ad offrire indumenti, scarpe e materiale di igiene.

Numeri che eleggono il 2016 ad annus horribilis sul fronte dell’immigrazione per record di arrivi: finora 153.450, il 10% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e di 1.300 persone in più dell’intero 2014. Un flusso che allarma e che lascia prevedere che il record dei 170mila a fine anno verrà superato. Il sistema d’accoglienza è sotto pressione: sono 167mila gli stranieri ospitati nei centri e nelle strutture temporanee. Tra le regioni, in testa c’è la Lombardia (13%, pari a 22mila persone), seguita da Sicilia, Piemonte, Lazio, Veneto e Campania, tutte con l’8% (circa 13mila ospitati per ognuna). Tra le nazionalità prevalgono i nigeriani (20%), seguiti da eritrei (12%), guineani (7%) e gambiani (6%). Ingente anche il fenomeno dei minori non accompagnati, che hanno superato quota 20mila, contro i 12mila dell’intero 2015.

Ma le traversate sono la punta dell’iceberg di un ampio sistema criminale: a Catania la polizia ha eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di 15 nigeriani accusati di avere gestito una tratta di giovanissime loro connazionali che avrebbero «reclutato, introdotto, trasportato e ospitato» in Italia per «costringerle ad esercitare la prostituzione». Per gli investigatori più organizzazioni criminali – con basi in Nigeria, Libia, Catania, Campania e in altre città del Nord Italia – reclutavano in Nigeria giovani donne che, dopo essere state sottoposte a rito «voodoo» e avere contratto un debito, venivano trasferite prima in Libia, quindi condotte a bordo di imbarcazioni in Italia.

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