Lavoro

Notte al museo con il volontario, scoppia la protesta

Beni culturali Gli archeologi polemizzano con il sottosegretario Borletti Buitoni. «Non abbiamo nulla contro i volontari, vogliamo una legge che ci protegga dal lavoro gratuito»

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 18 maggio 2013

Per tenere aperte le porte di 257 monumenti, musei e aree archeologiche per la «notte bianca» prevista stasera dalle 20 a mezzanotte, il ministero dei beni culturali ha rivolto un «invito» («non un bando» precisavano ieri dal Mibac) a migliaia di volontari. Ieri sera non erano ancora disponibili numeri precisi su quante persone hanno risposto all’«invito» del ministero, quello che si sa che hanno aderito i volontari dell’archeoclub, del touring club e dei gruppi archeologici disponibili a tenere aperti i siti diocesani e comunali.

Contro questa iniziativa è in atto una protesta guidata dagli archeologi che su twitter hanno lanciato la campagna #no18maggio. Il ricorso ai volontari è un modo per giustificare il ricorso al lavoro volontario in un ministero falcidiato dai tagli dei governi di ogni colore.

Le cifre confermano questa posizione. Negli ultimi dieci anni il bilancio del Mibac è stato tagliato del 36,4%. Nel 2001 poteva contare su 2.120 milioni di euro, nel 2011 erano 1.425 milioni. L’investimento complessivo sulla cultura si è ridotto dallo 0,39% allo 0,22% del Pil. I tagli hanno ridotto il personale di 3 mila unità, anche se recentemente sono state assunte 500 persone nei beni culturali in tutte le regioni, salvo nel Lazio e in Campania.

Per il sottosegretario alla cultura Borletti Buitoni, doppio cognome con un passato da presidente del Fondo Ambiente italiano (Fai) e un presente da sottosegretario ai beni culturali in quota montiana, «in questo contesto è assolutamente impossibile che lo Stato abbia risorse sufficienti per ampliare l’offerta culturale senza ricorrere anche al sostegno dei volontari». Pur non escludendo la richiesta di un aumento dei fondi, del resto ribadita anche ieri dal ministro Bray, questa dichiarazione ha alimentato l’indignazione.

Una posizione che ha infiammato ancora di più gli animi. In attesa di veri, o presunti, fondi si ricorre al volontariato perché non ci sono soldi per pagare quattro ore di lavoro.Quello della cultura è un mondo del lavoro totalmente deregolamentato. Da un lato esiste un ristretto numero di professionisti regolarmente pagari e tutelati e dall’altro lato c’è una galassia di «liberi professionisti» precari che si contendono gli incarichi a tempo, e spesso nemmeno quelli. I giovani laureati nelle discipline storico-artistiche o letterarie vengono usati gratuitamente dalle soprintendenze, mentre chi è specializzato non trova un’occupazione in un continuo dumping delle competenze e dei saperi .

Per il presidente della federazione italiana archeologi Alessandro Pintucci la dichiarazione di Borletti Buitoni alimenta il sospetto che il governo Letta voglia trasformare il Mibac in un’«associazione di volontariato».

Salvo Barrano, presidente della combattiva Associazione Nazionale Archeologi (Ana), l’iniziativa intrapresa dal ministero per la notte dei musei è un altro modo per «erodere il lavoro professionale e sostituire i professionisti in attività di loro specifica competenza». E precisa: «Non c’è nulla di scandaloso se in casi straordinari il ministero faccia ricorso ai volontari. Noi però temiamo che il ricorso ai volontari sia un modo per sopperire alla carenza strutturale di personale in attività ad alta specializzazione come gli scavi o il restauro. Sarebbe da sciacalli approfittare della debolezza di questi professionisti dal momento in cui non hanno ancora ottenuto un riconoscimento professionale». Giuseppina Manca di Mores sostiene che quella degli archeologi non è una rivendicazione corporativa: «Noi non chiediamo l’istituzione di un ordine né di un albo professionale – afferma – L’archeologia come altre professioni della cultura è un’attività specifica di competenza di chi fa questo mestiere. Una sua corretta definizione permetterebbe di capire quali sono le differenze con il volontariato che è importante per sensibilizzare il pubblico. In parlamento giace la legge Madia che non è stata approvata perché il governo Monti è caduto. La si approvi. Avremo così uno strumento contro il precariato illimitato».

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento