Essendo cambiate nei cinquant’anni che ci separano dalla inaugurazione della collana dei Meridiani, voluta da Vittorio Sereni nel 1969, le coordinate della nostra ricezione, e di conseguenza i costumi della lettura, non soltanto è vero – come scriveva il bibliografo neozelandese Donald F. McKenzie – che «nuovi lettori producono nuovi testi», ma il contributo che alcuni capisaldi dell’editoria hanno dato alla costruzione del senso comune si è rovesciato sulla concezione stessa dei libri, e non sempre in negativo: a volte, infatti, l’editoria si è adeguata alle richieste di maggiori informazioni e strumenti di decodifica dei classici, che hanno indotto nuove...