Non solo fiori ma opere stratificate
Note sparse Cinque brani per un Ep che segna il ritorno discografico di Paolo Benvegnù
Note sparse Cinque brani per un Ep che segna il ritorno discografico di Paolo Benvegnù
Cinque brani, circa 21 minuti di musica, sono sufficienti a Paolo Benvegnù per cesellare una delle uscite discografiche più belle di questa primavera. Solo fiori infatti è un EP che condensa e cristallizza alla perfezione lo stile prezioso e stratificato dell’ex leader degli Scisma, alternando melodie sognanti ad accennate suggestioni new wave. Anticipato dalla commovente Non esiste altro – dove duetta con Malika Ayane in una ballad romantica («Abitiamo l’assenza/Per amarci e sparire») e melodicamente sopraffina -, il disco sembra un’istantanea di microcosmi che improvvisamente si aprono all’universale. Come nella avvolgente track finale Tulipani, a metà fra folk, elettronica e preghiera laica, o nell’insolito sarcasmo, per Benvegnù, di un brano come Italia pornografica. Dove, su una base in stile The Divine Comedy, il cantautore milanese dipinge un quadretto non certo edificante del Belpaese («Se tu fossi un cavallo ti farei senatore/Con un piccolo aiuto di mio zio cardinale»). Un compendio dunque prezioso e ragionato che si interroga a lungo, nonostante la chiara percezione di un’urgenza creativa, sugli impedimenti della società di oggi e sul potere salvifico dell’amore.
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