Non fermarsi alla versione degli «arresti»
Nel nome di Attanasio Dobbiamo infatti ottenere verità e giustizia: deve essere l´obiettivo di tutta la comunità internazionale. E ciò deve, per l'appunto, tradursi nella garanzia dell´effettuazione di indagini adeguate e di un processo trasparente
Nel nome di Attanasio Dobbiamo infatti ottenere verità e giustizia: deve essere l´obiettivo di tutta la comunità internazionale. E ciò deve, per l'appunto, tradursi nella garanzia dell´effettuazione di indagini adeguate e di un processo trasparente
Ritengo che si debba mostrare grande cautela a fronte delle notizie, giunte dalla Repubblica Democratica del Congo, di alcuni arresti riconducibili all´uccisione dell´ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell´autista Mustapha Milambo.
Mi pare a tale proposito assolutamente convincente quanto affermato dal padre del nostro ambasciatore, Salvatore Attanasio, che ha ricordato a più riprese come già in tutti questi mesi non siano mancati annunci poi regolarmente smentiti, ombre, atti opachi.
Dunque meglio non fermarsi a quanto esibito dalle autorità locali circa gli arresti di possibili esecutori dell´assalto al convoglio e, semmai, supportare al massimo l´operato della nostra magistratura affinché essa possa realizzare quanto sin qui non le è stato consentito: lo svolgimento sereno delle indagini a trecentosessanta gradi e quindi anche nell´area di Goma, e generalmente in Congo.
Proprio in questa direzione non sono mancati alcuni pronunciamenti delle istituzioni e della comunità internazionale, tuttavia essi non sono stati fino a ora adeguati.
Per questo dal Parlamento Europeo faremo sentire con più forza la nostra voce e per lo stesso motivo mi auguro prosegua a farsi sentire la voce del governo italiano che giustamente, innanzitutto attraverso il Ministro Di Maio e lo stesso Presidente Draghi, nelle ultime settimane ha pronunciato parole nette, inequivocabili.
Dobbiamo infatti ottenere verità e giustizia: deve essere l´obiettivo di tutta la comunità internazionale. E ciò deve, per l´appunto, tradursi nella garanzia dell´effettuazione di indagini adeguate e di un processo trasparente.
Non solo: si deve essere anche molto esigenti.
Ciò, proprio nel nome dei nostri servitori dello Stato tragicamente scomparsi, deve tradursi nella ricostruzione di un quadro inequivocabile e assolutamente trasparente.
Vi sono alcuni aspetti che vanno assolutamente chiariti: dalla ricostruzione della dinamica di quel che è effettivamente avvenuto all´individuazione di intrecci possibili con il contesto nel quale la tragedia è maturata.
Per dirla, ancora, con Savaltore Attanasio devono interessarci non solo gli esecutori ma pure i possibili «mandanti». Una simile affermazione è assolutamente corretta anche in ragione del fatto che l´Ambasciatore non era un persona come tante.
Si trattava di una figura nota sul territorio, con molti estimatori, protagonista di azioni lodevoli. Si trattava, in altre parole, di un cittadino italiano ed europeo esemplare anche nella sua straordinarietà.
Le foto che lo ritraggono sorridente al fianco dei bambini del posto non sono l´icona rituale dell´uomo occidentale alimentato da un poco di spirito compassionevole a cui piace lasciare un ricordo di sé in favore di camera, ma piuttosto la rappresentazione di quel che Attanasio era impegnato a fare stando «nel mezzo» e fornendo a quelle comunità un contributo tangibile di solidarietà concretissima.
A maggior ragione, dunque, vista proprio la «profondità» del legame tra Attanasio e quei territori, si deve scavare a fondo, senza «accontentarsi» di informazioni relative agli arresti. «Perché proprio Attanasio?» : una domanda simile deve condizionare tutti quelli che vogliono che venga fatta piena luce.
Infine, come è stato abbondantemente scritto, vi è un altro tema, enorme.
Ovviamente alludo al ruolo svolto dal Pam, il Programma mondiale alimentare, cioè l`Agenzia delle Nazioni Unite che in quell´occasione doveva provvedere a garantire sicurezza al convoglio.
Aspettarsi la piena e inequivocabile ricostruzione di quanto il Pam stesso ha compiuto – o di eventuali errori effettuati – è indispensabile.
Il fatto che dopo tanti mesi si sia diffusa l´impressione di una scarsa cooperazione da parte di un soggetto tanto autorevole e apprezzato, per quel che concretamente fa, nello scenario internazionale, non è ammissibile da nessun punto di vista. E ovviamente questo aspetto, se non verranno fugati inequivocabilmente i dubbi circa la condotta dell´Agenzia Pam e di alcuni suoi rappresentanti, non potrà che essere oggetto di più iniziative istituzionali. Ne va del senso stesso del ricordo di chi non c´è più e anche da ciò passa la credibilità di tutte le istituzioni coinvolte.
* Europarlamentare del Partito democratico
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