«Non c’è più tempo» lo sciopero globale per salvare il clima
Clima Dall’Italia all’India le azioni promosse da Fridays for future international. La protesta sott’acqua di Greenpeace nel Pacifico
Clima Dall’Italia all’India le azioni promosse da Fridays for future international. La protesta sott’acqua di Greenpeace nel Pacifico
Dopo aver portato in piazza milioni di giovani in tutto il mondo negli ultimi due anni, ieri il movimento Fridays For Future è tornato a manifestare in 62 Paesi del mondo: sono 802 le città in cui si sono tenute iniziative nell’ambito del «Global Day of Action», lo sciopero globale per chiedere azione contro al crisi climatica, organizzato periodicamente dal movimento di Greta Thunberg.
FFF HA DATO INDICAZIONE ai suoi militanti di manifestare nel rispetto delle norme nazionali anti-Covid. Questo ha fatto sì che fossero previste anche iniziative su internet (webinar, mail bombing). «Man mano che il mondo diventa sempre più caldo – spiega una nota pubblicata sul profilo Facebook di Fridays For Future International – e mentre le calamità naturali diventano più severe e ricorrenti, dobbiamo trattare l’emergenza climatica ed ecologica come un’emergenza, il che significa un’azione immediata e #NoMoreEmptyPromises dai nostri leader mondiali. Alziamo la voce, più forti e rumorosi che mai per lottare per la giustizia climatica e chiedere azioni immediate». Per la prima volta, ieri, la protesta per il clima è arrivata anche sott’acqua: merito di Shaama Sandooyea, giovane scienziata e attivista di FFF Mauritius, impegnata in una spedizione di ricerca condotta a bordo dell’Arctic Sunrise di Greenpeace, che si è immersa nel cuore dell’Oceano Indiano con un cartello con il messaggio «Youth Strike for Climate». Lo sciopero per il clima «subacqueo» ha avuto luogo a Saya de Malha Bank, sede di un ecosistema chiave per la regolazione del clima del nostro Pianeta, ovvero una delle più vaste praterie di piante acquatiche al mondo, responsabili dell’assorbimento di parte della CO2 in atmosfera, a 735 km dalla costa delle Seychelles.
«HO MANIFESTATO IN QUESTA bellissima e remota area dell’Oceano Indiano per consegnare un semplice messaggio – ha detto Sandooyea – abbiamo bisogno di un’azione per il clima e ne abbiamo bisogno ora. I governi di tutto il mondo devono prendere sul serio la crisi climatica e agire da subito per la riduzione delle emissioni e la protezione dei nostri oceani». Oceani sani sarebbero in grado di immagazzinare enormi quantità di anidride carbonica e calore e svolgono un ruolo chiave nella mitigazione dei cambiamenti climatici.
ANCHE IN INDIA I GIOVANI hanno manifesto all’aperto, in varie città.
A Guhawati, in Assam, è stata organizzata una marcia e una visita all’impianto di riciclo dei rifiuti solidi. Tra gli slogan più utilizzati «È adesso, o mai più». Basta false promesse, non c’è più tempo: lo ha detto, a Napoli, padre Alex Zanotelli, che è sceso in piazza con i giovani di Fridays For Future del capoluogo campano: «Questa è l’ultima generazione che abbiamo, la mia ha tolto il futuro a questi ragazzi che sono l’unico presente che abbiamo e toccherà a loro ripensare il futuro anche perché non vedo alcun cambiamento su questo punto nemmeno con il governo Draghi». A quasi dieci anni dal referendum disatteso sull’acqua pubblica e contro il nucleare, il missionario comboniano ha anche detto «basta vedere chi è stato messo alla guida del ministero per la Transizione ecologica», pensando al ministro Cingolani che nei giorni scorsi aveva rilanciato sull’atomo.
TRA GLI APPUNTAMENTI ITALIANI, duemila i ragazzi in piazza a Torino. In parallelo, nel pomeriggio si è tenuto l’incontro con i rappresentanti del ministero dell’Ambiente, dell’Agenzia per la Cooperazione allo Sviluppo e delle Regioni Lazio e Marche promosso da Oxfam Italia nell’ambito della campagna #2021ultimachiamata, che nell’ultimo mese ha raccolto l’adesione di oltre 2 mila cittadini italiani. Obiettivo: «Proposte per contribuire al miglior impiego possibile dei fondi del Next Generation Eu». Anche Legambiente ha partecipato alla giornata, promovendo un’iniziativa digitale, il primo sciopero fatto in Dad, #UnmuteClimateChange (lo studente che non può manifestare per strada, resta in muto per tutta la lezione legando questa scelta agli hashtag #NoMoreEmptyPromises e #UnmuteClimateChange. L’associazione ambientalista ha posto l’accento su un altro tema che non pare nell’agenda del ministero: l’approvazione di «una riforma fiscale che annulli entro pochi anni i 19 miliardi di euro di sussidi ambientalmente dannosi regalati ogni anno a carbone, gas e petrolio trasformandoli in incentivi per la riconversione di impianti e mezzi, partendo da agricoltura e autotrasporto».
LA PRIMA MANIFESTAZIONE italiana è stata quella di Milano, dove in centinaia hanno partecipato al bike strike tra Largo Cairoli e il Duomo, con sosta in piazza Affari.
Sotto la Madonnina ha preso il megafono Martina Comparelli, uno dei sei portavoce di Fridays For Future Italia: «Abbiamo bisogno di decisioni radicali. Non siamo ragazzini portatori di sventura. Il 10 aprile è il primo appuntamento per costruire insieme una PreCop alternativa». In autunno, quando i ministri arriveranno a Milano per preparare il vertice Onu di novembre non saranno soli: «Siamo stanchi di false promesse, racconteremo una storia alternativa e lo faremo in tanti».
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