Non autosufficienti, le famiglie a rischio povertà per i costi di badanti e colf
Lettera aperta al governo Il nuovo contratto nazionale si scarica sulle famiglie con persone anziane o con severe necessità assistenziali e sanitarie, sulle persone con disabilità e i caregiver che hanno bisogno di aiuto
Lettera aperta al governo Il nuovo contratto nazionale si scarica sulle famiglie con persone anziane o con severe necessità assistenziali e sanitarie, sulle persone con disabilità e i caregiver che hanno bisogno di aiuto
Dal primo gennaio è in vigore il nuovo contratto collettivo nazionale per colf, badanti e collaboratori domestici che, a giusta ragione, innalza le retribuzioni, il costo dei contributi e le indennità sostitutive di vitto e alloggio. Spese che però si scaricano anche su chi ha a casa un disabile, un anziano o un malato da accudire così un nutrito gruppo di associazioni ha inviato una lettera aperta al governo e al parlamento: una famiglia, spiegano, che si avvalga per 30 ore alla settimana di badante o assistente a una persona non autosufficiente avrà una spesa maggiore di circa 1.300 euro l’anno. Se l’operatore è dipendente a tempo pieno e convivente l’aumento medio annuo sarà di circa 1.600 euro. Se il collaboratore ha l’anzianità di servizio la spesa aumenta.
«Le famiglie italiane sono il principale “azionista” del welfare – scrivono -. L’effetto certo è un ulteriore impoverimento, sospingendo o mantenendo i nuclei e le persone nella povertà relativa se non assoluta. Questo nuovo sovraccarico economico si aggiunge all’aumento del costo della vita, a un non proporzionale aumento di pensioni e retribuzioni, ai costi energetici che pesano di più su questo tipo di nuclei».
Sono colpite soprattutto le famiglie (pari al 58,5%) con persone anziane non autosufficienti che hanno preferito non ricorrere alle Rsa; quelle con persone con severe necessità assistenziali e sanitarie; le persone con disabilità che hanno optato per percorsi di vita indipendente avvalendosi di assistenti personali; i caregiver familiari che hanno necessità di essere coadiuvati. Per la retribuzione dei lavoratori domestici regolari, le famiglie italiane nel 2020 hanno speso circa 5,8 miliardi, a cui vanno poi aggiunti i contributi (un miliardo) e i Tfr (0,4 miliardi) per un totale di 7,2 miliardi. Considerando anche la spesa per la componente irregolare (quindi solo le retribuzioni), si arriva a 14,9 miliardi.
Al governo chiedono: l’aumento del Fondo per la non autosufficienza e l’accelerazione delle modalità di accesso; adeguamento dei contributi, semplificazione delle regole per i progetti di vita indipendente e per l’assistenza ai gravissimi; un bonus a favore dei nuclei e delle persone che hanno sottoscritto regolari contratti in presenza di una persona non autosufficiente; revisione di detrazioni e deduzioni delle spese tali da compensare gli oneri sostenuti.
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