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«Noi siamo la marea, voi solo G20»: oggi scende in piazza la rete «We Are Tide»

«Noi siamo la marea, voi solo G20»: oggi scende in piazza la rete «We Are Tide»

G20 a Venezia Vent’anni dopo un’altra «zona rossa» Attese delegazioni e attivisti da tutte le città italiane

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 10 luglio 2021

Ci si sveglia al rombo degli elicotteri, qui in laguna. Volano bassi per meglio sorvegliare calli e campielli. Cominciano all’alba e vanno avanti e indietro senza concedere tregua sino al tramonto. Si tratta per di più degli Aw139 Leonardo. Velivoli dalle altissime prestazioni ma che in un’ora di volo bruciano 600 litri di carburante. I giornali parlano tutti di una Venezia «blindata» nei giorni di questo G20 della finanza cominciato giovedì e che si concluderà domani. Volano sopra una città militarizzata. Una città «blindata» come ripetono pedissequamente tutti i media.

A portare un po’ di colore in questo grigioverde militare che ha invaso calli e campielli, ci hanno pensato le ragazze ed i ragazzi di Extinction Rebellion, una cinquantina circa, che ieri si sono incollati col sedere per terra sui masegni delle calli che portano all’entrata principale dell’Arsenale, costringendo giornalisti e politici diretti al vertice a scavalcarli. «Così magari si accorgono che ci siamo anche noi» mi ha spiegato un giovanotto con un cartello appeso al collo con la scritta «I loro soldi saranno la nostra estinzione».

Lunedì 5 luglio era stata la volta degli attivisti di We Are Tide You Are Only G20 (Noi siamo la marea voi siete solo G20). La rete nazionale contro il summit cui hanno aderito associazioni ambientaliste, sindacati di base, movimenti sociali, studenteschi e di lotta ai cambiamenti climatici come i Fridays For Future.
Gli attivisti hanno organizzato in una dozzina di città italiane, dei sit in davanti alle filiali di Banca Intesa San Paolo. Banca, hanno scritto «scelta per i suoi continui investimenti nell’ambito del carbon fossile e perché rappresentativo del mondo della finanza».

La rete si è costituita nel un patronato di una chiesa periferica di Marghera, dove il parroco don Nandino Capovilla ha dato spazio a tutti coloro che, come lui, sognano una economia diversa.

Mercoledì, è stato il momento dell’oramai tradizionale striscione sul Canal Grande. Un centinaio di attiviste e attivisti di We Are Tide, dopo aver tenuto una improvvisata conferenza stampa nel vicino campo di San Bortolomio, è salita sul ponte di Rialto per appendere un lungo lenzuolo in cui si annunciava la manifestazione di oggi.

Ed è proprio questo pomeriggio che è attesa la principale manifestazione contro il summit. Appuntamento alle 14,30 alle fondamenta delle Zattere, storico teatro di tante iniziative contro le grandi navi. Ma non sarà solo una manifestazione “contro”, questa organizzata da We Are Tide.

«Vogliamo interfacciarci con questo G20 che parlerà di finanza per chiedere che la discussione sul futuro dell’economia venga affrontata seriamente e in maniera propositiva. Le alternative ci sono – spiega Anna Clara Basilicò, portavoce della rete -: un reddito universale accessibile a tutte e tutti, un sistema monetario controllato dagli Stati e non dalle banche. Questi sono i veri nodi da affrontare. La finanza oggi altro non è che una logica speculativa che metta a valore la vita stessa e non più soltanto le ore di lavoro o il prodotto. E’ una messa a profitto globale del vivente che regala grandi ricchezze a pochi escludendo i corpi che la producono. Questa economia malata che depreda ed impoverisce la terra portando miseria a interi popoli, e si nutre di crisi: sia quelle sociali che causano le migrazioni, che di quella climatica ed anche di quella pandemica, considerando che il Covid è nato probabilmente da uno spillover imputabile ai cambiamenti del clima. Ciò che sarà discusso nel summit invece, è la solita ricetta liberista che è la causa e non la soluzione del problema».

E così, vent’anni dopo Genova, oggi tocca a Venezia mobilitarsi contro il summit dei Grandi, per spiegare a 20 potenti che finanza e vita non vanno d’accordo tra di loro, e che il futuro del pianeta appartiene a tutti. Sono attese delegazioni e attivisti da tutte le città italiane. La polizia ha già lanciato l’allarme per «possibili infiltrazioni di Black Bloc». Ed anche questo ci ricorda tanto Genova.

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