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Nofx, nessun effetto speciale è solo grande musica punk

Nofx, nessun effetto speciale è solo grande musica punkNofx

Note sparse «Double Album» segna il ritorno della band con un disco essenziale e ricco di intuizioni

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 4 gennaio 2023

Ancora «nessun effetto speciale» per i Nofx, solo chitarre, batteria e basso, nulla a dissimulare la rozza semplicità di alcune potentissime intuizioni rock o la stanchezza dichiarata della voce di Fat Mike dopo quasi quarant’anni di una musica punk rimasta sempre indipendente, nei margini sebbene non marginale, canzoni che la radio non trasmette preferendo le melodie e i temi più digeribili dei Greenday o dei Blink-182. Ecco dunque il quindicesimo lavoro in studio della band californiana, ovvero Double Album che non è un doppio come suggerisce il titolo ma la continuazione di Single Album del 2021, che secondo l’idea originale avrebbe invece dovuto essere composto da due dischi e la cui lavorazione fu interrotta dal Covid.

SI TRATTA di un album autoreferenziale che non tratta le crisi di una contemporaneità tormentata e con esse non si infuria, ma le sfiora con ebbra incuranza vertendo quasi ogni canzone sugli struggimenti personali di Fat Mike che giunge a definirsi «l’escremento spalmato sul tuo cuscino» o «un film sui profanatori di tombe senza una trama» nella notevole quanto classica Darby Crashing Your Party, con le sue melodie dall’epica marcescente, i cori e quel crescendo finale durante il quale, un tempo, il cantante avrebbe alzato almeno di un tono la sua voce gracchiante e perfetta per questi suoni; tuttavia egli non ci riesce, non sale, in un’ammissione di declino o con la volontà di ribadire la sconfitta, perché d’altronde come risuona in My Favourite Enemy « Io sarò sempre il mio nemico», persino della propria musica.

Un album crepuscolare, il più ispirato tra gli ultimi dei NOFX, canzoni trascinanti con la loro ipercinetica, cantabile melodia

INTERVIENE il chitarrista Eric Melvin in soccorso alla voce spossata di Fat Mike (comunque sempre ottimo al basso) duettando con efficacia punk in Don’t Count on Me, una terza canzone trasuda che continua a trasudare sentimenti di inadeguatezza e una sua fiera accettazione: «Potrei cambiare ma non lo faccio… Non contare su di me perché sono il peggiore… Ma se davvero hai bisogno di qualcuno per spegnere la felicità, per portarti stress e ansia puoi sempre contare su di me».
Poi ci sono le dilatazioni reggae di Johanna Constant Teen con le seguenti ed esaltanti accelerazioni improvvise; le riflessioni metaforiche sui luoghi comuni del genere nell’autocritica Punk Rock Cliché; la dipendenza da alcol e droghe in Fuck Day Six; l’affettuosa Alcopollack sull’amico David, manager «fallito»; il conciso e impressionante ricordo del bullismo in Against Me. Si chiude con il ritorno di Melvin ad accompagnare (o meglio sovrastare se non sostituire) Fat Mike in Gone with the Heorined, suggestioni di una dipendenza e delle sue cicatrici.

UN ALBUM crepuscolare, il più ispirato tra gli ultimi dei NOFX, canzoni trascinanti con la loro ipercinetica, cantabile melodia seppure, infine, assai tristi, il presagio di una fine imminente della band (come annunciato) o di un modo di fare punk che fu grandioso e giovane ma si esaurisce nella consapevolezza e con la lucidità di un’irreversibile vecchiaia.

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