No Tav: «Toninelli fermi il vertice di Parigi sulle gare d’appalto europee»
In bilico la decisione della società Telt di dare il via ai bandi per la Torino Lione
In bilico la decisione della società Telt di dare il via ai bandi per la Torino Lione
Gli effetti della tanto attesa analisi costi benefici pubblicata dopo messianica attesa sono durati qualche ora. Non sarà quindi il lavoro di Marco Ponti e della sua équipe ad essere l’oggetto di una riunione di Telt (Tunnel Euralpin Lyon-Turin), che si tiene oggi a Parigi, in cui invece il direttore Mario Virano dovrà decidere se pubblicare o meno i bandi che danno il via libera alle gare d’appalto per la realizzazione di importanti lavori inerenti la tratta internazionale della Torino-Lione. Appalti per circa due miliardi di euro.
La riunione che potrebbe essere rimandata di qualche giorno o settimana, qualora il fuoco di critiche in arrivo dalla Val di Susa avesse effetto sul ministro Danilo Toninelli, chiamato a fermare un processo che sembra assai solido.
Il Movimento Notav, dopo aver scoperto dai giornali domenica dei bandi Telt pronti a essere pubblicati – nonostante la presenza di numerosi rappresentanti istituzionali del M5S, sempre attivissimi, all’interno del movimento anti tunnel di base – ieri ha alzato il tiro sulla coppia Toninelli-Castelli, ormai inquadrati come inaffidabili.
Il sindaco di Venaus – piccolo borgo dove vi furono violenti scontri nel 2005 che portarono alla conquista dei terreni strappati dalle forze dell’ordine con un blitz notturno – Nilo Durbiano, figura centrale e storica del movimento Notav, dichiarava ieri pomeriggio: «Toninelli deve bloccare Telt e il suo ordine del giorno entro mezzanotte! Se non ci riesce si dimetta, piangere come la Fornero è da criminale».
Lo scorso 3 dicembre Danilo Toninelli e la francese Elisabeth Borne scrissero una lettera al direttore generale di Telt, Mario Virano. Chiedevano che la pubblicazione delle gare d’appalto non avesse luogo «prima della fine dell’anno 2018, rimanendo inteso che questi bandi si riferiscono all’attribuzione e alla realizzazione dei primi lotti del tunnel di base». E poi la chiosa che spiega la situazione in essere: «I nostri governi confermano parimenti con la presente l’interesse a beneficiare dei finanziamenti europei per la realizzazione del progetto. Per questi motivi, informeremo la Commissione europea del rinvio della data di pubblicazione delle gare d’appalto e considereremo, se necessario, la definizione di un nuovo calendario che permetta il mantenimento dei finanziamenti europei previsti, in conformità agli accordi internazionali che esistono tra le parti».
Il direttore di Telt, Mario Virano, potrebbe quindi dare il via libera alle decisioni prese dai due ministri, che confermavano il Tav, e dato che nessuna novità politica e fattuale è intervenuta in quasi tre mesi, al di là della ormai dimenticata analisi costi-benefici, alla sua decisione nessuno potrebbe apporre ostacoli. Sono lontani i tempi dei proclami minacciosi del ministro delle Infrastrutture: «Chiunque mandi avanti i bandi compie atti ostili».
Oggi, gli atti ostili potrebbero essere ulteriormente confermati, rimandati o addolciti, magari con qualche rassicurazione sulla loro reversibilità.
Intanto ieri il presidente della regione Rhone Alpes, Etienne Blanc, ha annunciato che l’Unione Europea incrementerà il suo contributo, dal 40 al 50 per cento, per la realizzazione del tunnel di base della Tav, ma si assumerà l’onere di intervenire per la metà del costo anche sulle tratte nazionali di Italia e Francia.
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