Il serpentone umano che dalle 10 si muove da piazza Valsesia a Cannitello guarda l’altra sponda dello Stretto di Messina quasi per abbracciarla. È un ponte vero, di solidarietà e fratellanza tra due popoli, contrapposto a quello virtuale di veleni, acciaio e cemento, che il duo Salvini & Ciucci vorrebbe costruire. Se persino Ulisse – lo racconta Omero – si salvò a fatica dalle correnti dei due mari di Scilla e Cariddi, figurarsi un’opera «instabile».

GLI ESPERTI, molti dei quali sfilano in corteo, ne sono convinti: «La relazione geologica individua una faglia attiva tra le chiese di Pezzo e Cannitello, proprio dove il progetto vorrebbe piantare il pilone calabrese del ponte», spiegano i tecnici dell’amministrazione di Villa, sulla base del lavoro svolto dall’ingegnere Paolo Nuvolone. Si snoda un corteo colorato e partecipato: 10mila, secondo gli organizzatori. «No al ponte di menzogne» è lo striscione d’apertura. Un muro di cartelli segnala urgenze e priorità che il governo Meloni finge di non vedere. «Sì alla sanità e all’acqua pubblica, alla tutela dell’ambiente». A issarli, le 150 famiglie di espropriandi calabresi. In piazza non c’è soltanto l’abituale tessuto militante. Gli abitanti di questi luoghi sono davvero numerosi. Peppe Marra, Usb, è soddisfatto: «Abbiamo toccato con mano la partecipazione popolare sia nella costruzione del corteo che nella presenza in piazza». D’accordo un altro Marra, Ruggero, assessore all’Ambiente a Villa: «Per noi oggi è già una vittoria!».

CENTINAIA SBARCANO coi traghetti dalla Sicilia. Gli spezzoni si contaminano: le aree libertarie, l’associazionismo, centri sociali, sindacati e partiti. Sfilano i gonfaloni dei comuni. Pochi, a dire il vero: Polistena, Villa, Gioia Tauro e il capoluogo regionale, Catanzaro, rappresentato dal sindaco Nicola Fiorita. Pesa l’assenza del primo cittadino di Reggio, Peppe Falcomatà (Pd) e dell’omologo di Cosenza, il socialista Franz Caruso, entrambi favorevoli al ponte. C’è la deputata del Movimento 5 stelle Anna Laura Orrico. S’infervora Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde: «Ho chiesto conto alla Camera sulle risorse pubbliche spese. Mi hanno fornito un dato che risale all’ottobre 1997. Il ponte sta diventando un bancomat di Stato. Mi chiamano l’angelo degli esposti. Sulla vicenda dei fondi, ne ho presentato uno proprio ieri alla Procura Europea». Il dem Sandro Ruotolo, candidato alle europee: «Il mio pensiero va ai 14 calabresi su 100 che rinunciano alle cure mediche». Provato da una campagna elettorale infinita, Mimmo Lucano: «Pura propaganda della destra, che non pensa ai reali bisogni delle persone».

DELIO DI BLASI, dirigente calabrese Cgil, ricorda che nel gigantesco corteo dei 20mila, nel 2009, «il sindacato non c’era. C’è stata una maturazione nella nostra organizzazione. Il segretario della Cisl, Sbarra (nato a Pazzano, ndr), è stato sconfessato dalla sua stessa terra». Mimmo Tramontana, del consorzio Equosud, manifesta la sua ammirazione per i ragazzi del centro sociale Nuvola Rossa «che stanno facendo un lavoro straordinario». Il filmaker Maurizio Marzolla, storico animatore Nopontista: «Abbiamo coinvolto tante realtà sociali. Godiamo di un ampio consenso. Lavoriamo per ricomporre un’unità che rilanci il ruolo dei cittadini».

IL SERPENTONE transita sul lungomare Fata Morgana, che nella mitologia dei luoghi incarna miraggi. Il corteo si chiude nel luogo in cui 14 anni fa, durante la manifestazione dei 20mila No ponte, morì il militante comunista Franco Nisticò. La passione del suo intervento dal palco gli fermò il cuore. Nella piazza entrano a passo di danza i giganteschi burattini danzanti della «Stortìa», che rappresenta l’uomo imbecille, e del «Pìcaro» a simboleggiare la persona divenuta pirata per esasperazione. Una delle artiste di strada ci riporta alla mitologia: «Il sortilegio commissionato da Salvini stavolta non andrà a buon fine. CiucCirce non riuscirà a disturbare l’amore di Glauco per la sua Scilla. Il pescatore continuerà ad attraversare lo stretto in barca».