“No allo sgombero di Alexis, l’alternativa alla gentrificazione a Roma”
Movimenti Gli attivisti della casa dei precari, dei giovani e dei disoccupati nel quartiere Ostiense denunciano il rischio di uno sgombero. In un quartiere universitario meta di pellegrinaggi cinematografici e della gentrificazione, Alexis è un presidio di cittadinanza per attività mutualistiche, cooperative e culturali. Parte la campagna di mobilitazione
Movimenti Gli attivisti della casa dei precari, dei giovani e dei disoccupati nel quartiere Ostiense denunciano il rischio di uno sgombero. In un quartiere universitario meta di pellegrinaggi cinematografici e della gentrificazione, Alexis è un presidio di cittadinanza per attività mutualistiche, cooperative e culturali. Parte la campagna di mobilitazione
Quattro anni di occupazione della casa dei precari, studenti e disoccupati Alexis, in via Ostiense a Roma, sono a rischio. Gli occupanti denunciano l’esistenza di un atto giudiziario che preannuncia uno sgombero di uno spazio dove oggi ha aperto una libreria indipendente – Piuma di Mare -; c’è un’aula studio, una trattoria popolare e sportelli di consulenza gratuita. La facciata, a pochi passi dalla meravigliosa Centrale Monte Martini trasformata in un museo, è un’opera d’arte. La casa prende il nome da Alexandros Grigoropoulos, uno studente quindicenne ucciso da un poliziotto greco il 6 dicembre 2008 nel quartiere Exarchia ad Atene, nei giorni delle mobilitazioni contro le politiche di austerità. Il grande artista Blu ha concepito un murale che rappresenta la vita metropolitana, e di strada, con volti, macchine e catene della nostra vita quotidiana.
Tutto questo potrebbe andare perduto, insieme al prezioso progetto di recupero dello spazio, abbandonato da anni, che è stato fatto rientrare intelligentemente nella delibera regionale per l’emergenza abitativa approvata sia dalla Regione Lazio che da Roma Capitale. Il progetto prevede la creazione di 10 appartamenti, di uno spazio sociale e di una biblioteca ad uso di un quartiere universitario, e non solo, come l’Ostiense. Meta di pellegrinaggi cinematografici e anche di una crescente “gentrificazione” che rischia di inghiottire tutti gli spazi sociali e di aggregazione, non solo quelli sociali. In rete è stata lanciata una petizione sottoscritta da numerose attività commerciali, da intellettuali e da diverse case editrici romane che hanno trovato un punto di riferimento e di diffusione nelle attività della libreria Piuma di Mare.
Alexis, come molti altri spazi nella Capitale, è un fiore nel deserto. Riesce a coniugare la socializzazione tra i flaneur e i refoulé della metropoli con la cultura indipendente, il diritto alla casa con le attività di mutuo aiuto e di economia sociale. L’insieme di queste attività rappresenta, in piccolo, un’idea alternativa di cittadinanza sociale, un consorzio di cittadinanze che andrebbe esteso, non sgomberato. La proposta di recupero del patrimonio dismesso a fini abitativi, un progetto che ha segnato la storia dei movimenti sociali a Roma dal 1998 a oggi, permette il recupero di stabili come quello di Alexis destinato altrimenti ad essere privatizzato.
L’idea di aprirlo ai ceti meno abbienti, o poveri, oltre che ai giovani e ai giovanissimi, è un altro fattore positivo. Invisibili nella città, come nel lavoro, trovano in questi presidi l’occasione per riconoscersi e trasformare la propria esistenza in un progetto di mutualismo e cooperazione. Una prospettiva che è stata fatta propria dalla giunta Raggi che esprime oggi nell’assessore all’urbanistica Paolo Berdini una delle punte più avanzate di un dibattito decisivo per il futuro della città. Il Movimento 5 Stelle ha presentato una proposta di legge sull’argomento al Senato.
Venerdì 2 dicembre alle 18 si terrà a Alexis un’assemblea cittadina dove gli attivisti presenteranno il progetto di recupero di Alexis e promuoveranno una campagna di mobilitazione.
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