No all’Election Day
Campagne Secondo il Comitato accorpare il referendum alle elezioni in un'unica tornata rischia di impedire una corretta informazione dei cittadini su temi di rilevanza costituzionale
Campagne Secondo il Comitato accorpare il referendum alle elezioni in un'unica tornata rischia di impedire una corretta informazione dei cittadini su temi di rilevanza costituzionale
Oggi comincia alla Camera il dibattito sulla conversione del decreto relativo alle scadenze elettorali. La Presidenza del Comitato per il No al taglio del parlamento denuncia la sottovalutazione dell’importanza strategica che ha per il nostro paese la Costituzione che tuttora costituisce l’architrave dei valori fondativi della nostra Repubblica democratica ed antifascista.
La modifica costituzionale sul taglio dei parlamentari è stata voluta dal Movimento 5 Stelle e l’approvazione resa possibile dal capovolgimento delle precedenti posizioni contrarie degli altri partiti della attuale maggioranza. L’impegno di giungere a un risultato complessivamente più equilibrato con ulteriori riforme costituzionali e una legge elettorale proporzionale è incerto e non privo di insidie, cui si aggiunge il tentativo maldestro di unire il voto referendario al voto di regioni e comuni in scadenza (election day).
Annegare le modifiche della Costituzione in un election day, vuol dire non lasciare spazio per una campagna referendaria efficace, in grado di fare partecipare al voto cittadini consapevoli. La mancanza di un quorum nei referendum costituzionali potrebbe condurre a una riforma di grande rilievo con il consenso di una frazione assolutamente minoritaria del corpo elettorale.
L’eventuale maggiore partecipazione al voto avverrebbe a macchia di leopardo, essendo il voto regionale e locale previsto solo in parte del territorio. Tutto ciò costituisce l’ammissione implicita che il taglio dei parlamentari non sollecita i consensi sperati, perché altre sono le preoccupazioni prioritarie di elettrici ed elettori, mentre ridurre il numero dei componenti non dà alcuna garanzia che il futuro parlamento operi più efficacemente.
È certo, invece, che diverrebbe meno rappresentativo della volontà degli elettori, aggravando ancora la separazione tra eletti ed elettori, a cui anni di leggi elettorali sbagliate hanno di fatto impedito di scegliere direttamente i propri rappresentanti e che già oggi costituisce un dato preoccupante.
Nel nostro assetto costituzionale democratico la centralità delle assemblee elettive è un elemento imprescindibile. Un conto è modificare per migliorare, altro è mortificare pesantemente il ruolo del parlamento e dei parlamentari, proprio in una fase in cui tensioni sociali e suggestioni autoritarie non sono presenti solo in Italia e spingono verso forme di accentramento e di soluzioni politiche che potrebbero far temere derive antidemocratiche.
In campo ci sono da un lato la Costituzione e i miglioramenti necessari per fare funzionare meglio la democrazia favorendo la partecipazione consapevole dei cittadini, dall’altro il populismo e la deriva autoritaria dell’uomo solo al comando.
La Presidenza fa appello ai Comitati per il No per concordare le iniziative, ai Comitati territoriali e ai cittadini di muoversi con spirito unitario per spiegare le ragioni del nostro No. Fa altresì appello ai media affinché le settimane che mancano all’apertura vera e propria della campagna elettorale referendaria siano dedicate a chiarire l’oggetto e gli effetti del voto, assicurando la par condicio, in specie negli spazi radio televisivi. Fa infine appello ai cittadini perché organizzino, nelle forme compatibili con l’emergenza sanitaria, la diffusione delle ragioni del No.
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