La paura che si possano nuovamente verificare disordini come quelli di otto anni fa ha spinto le autorità italiane ad arrendersi alla propria incapacità e a vietare la trasferta ai tifosi olandesi in occasione dei quarti di finale di Europa League che si disputeranno il 20 aprile tra Roma e Feyenoord.

Allora le immagini di piazza di Spagna invasa dagli ultras olandesi e le foto della Fontana della Barcaccia del Bernini danneggiata fecero il giro del mondo. Una cartolina pessima per l’immagine della Capitale. Da qui la decisione del Viminale di provare a fermare l’arrivo degli olandesi. Una decisione che dimostra, però, tutta l’inadeguatezza delle autorità italiane nel gestire simili eventi e che potrebbe rivelarsi un autogol in vista della candidatura dell’Italia a ospitare gli Europei di calcio del 2032.

Per la Uefa, infatti, misure come il divieto di trasferta sono «intollerabili». Così il presidente Aleksander Ceferin definì lo stop alla vendita dei biglietti ai tifosi tedeschi per la partita di Champions League tra Napoli ed Eintracht Francoforte: nonostante il blocco alle vendite per i residenti nella città tedesca, centinaia di ultras arrivarono a Napoli e si resero protagonisti di violenti scontri per la città con i gruppi napoletani e le forze dell’ordine.

A preoccupare il sindaco Gualtieri è soprattutto l’arrivo nella Capitale, proprio nei giorni della partita di ritorno di Europa League tra i giallorossi e il Feyenoord, degli ispettori del Bureau international des expositions per la candidatura di Roma all’Expo 2030, ammettendo, di fatto, l’inadeguatezza dell’intero sistema di sicurezza italiano: «Non esiste una soluzione ottimale, il divieto di trasferta è una misura estrema se è comprovato il rischio e il pericolo. Non dovrebbe essere norma ma in questa circostanza ci sono le ragioni per questo orientamento».

Tifosi del Feyenoord a Piazza di Spagna durante gli scontri del 19 febbraio 2015 a Roma, foto Stefano Montesi /Corbis via Getty Images

E così il fallimento nella gestione dell’ordine pubblico per una partita di calcio di otto anni fa a Roma e l’incapacità di contenere un migliaio di ultras lo scorso 15 marzo a Napoli ha fatto alzare bandiera bianca preventiva al Viminale di Matteo Piantedosi.

I disordini di Napoli hanno però dimostrato, per usare le parole di Philipp Reschke, responsabile dei rapporti con la tifoseria dell’Eintracht Francoforte, che «vietare l’acquisto dei biglietti della partita è una strategia che non porta a nulla». E anche in questo caso potrebbe non servire a niente.

Il motivo: come i tedeschi a Napoli, centinaia di tifosi olandesi hanno già prenotato aerei, treni e hotel nella Capitale per la gara contro i giallorossi.

Tifosi del Feyenoord alla finale di Tirana della Conference League, foto Giuseppe Maffia /NurPhoto via Getty Images

Gli ultrà del Feyenoord a Roma ci saranno lo stesso, stadio o non stadio. Se non da ultras, arriveranno con le sembianze di turisti e senza un motivo per muoversi tutti insieme, come appunto recarsi allo stadio per la partita, si sentiranno liberi di girare per la città. E i rapporti tra romanisti e olandesi è tutt’altro che sereno.

Il rischio di scontri per il centro resta quindi altissimo.

Per questo la cosa migliore era consentire ai tifosi olandesi di andare allo stadio: così facendo sarebbe più facile controllarli.

Come? Per esempio, agendo sulla falsariga delle autorità albanesi.

Il riferimento è alla finale di Conference League del maggio 2022 quando a Tirana si sfidarono proprio Roma e Feyenoord. Allora il sistema approntato fu il seguente: una “fan zone” – area dedicata a una singola tifoseria – per ogni squadra.

Tifosi della Roma allo stadio di Tirana per la finale di Conference League, foto Anp via Getty Images

Ai romanisti venne assegnata la zona del parco e del lago artificiale che sorge a sud dello stadio, agli olandesi la parte nord, quella dove sorgono pub e locali.

Risultato? Ci fu qualche disordine tra olandesi e forze dell’ordine la sera prima della partita ma per il resto tutto è filato liscio, nonostante dopo la partita entrambe le tifoserie siano addirittura ripartite dallo stesso, e piccolissimo, aeroporto di Tirana. Anche lì lo scalo venne diviso in due: olandesi da una parte, italiani dall’altra. Disordini? Nessuno.