Una tre giorni intensa, scandita da dieci titoli di variegata originalità, ha caratterizzato nel weekend scorso a Salerno la chiusura della sesta edizione della NidPlatform2021 apertasi con gli Open Studios a settembre. Promossa da Rto – Rete nazionale di operatori della danza aderenti all’Adep (Associazione Danza Esercizio e Promozione) – e presentata a Salerno dalla Direzione Generale Spettacolo con la Regione Campania e il Teatro Pubblico Campano, la Nid ha festeggiato nel 2022 dieci anni di vita. La prossima sarà a Cagliari nel settembre 2023.

Zoè di Luna Cenere, foto di Antonio Ficai

LA SELEZIONE 2022 si è aperta al Teatro Verdi con Bayadère – Il Regno delle ombre, rilettura di Michele Di Stefano per l’ottimo Nuovo Balletto di Toscana dell’atto bianco del capolavoro di Petipa/Minkus del 1877. Pezzo di sapiente scrittura coreografica e musicale (Lorenzo Bianchi Hoesch) per qualità contemporanea del segno e consapevolezza della fonte. Lo sguardo sul femminile, legato alla mercificazione e al maschilismo batte in Party Girl di Francesco Marilungo, con Alice Raffaelli, Roberta Racis e Barbara Novati, danzatrici che danno corpo e finale ribellione al tema in oggetto in icastica denuncia. Se Riccardo Buscarini con Suite Escape – fuga dal passo a due lavora su un’intima rilettura per sottrazione di pas de deux celeberrimi del balletto classico con Equilibrio Dinamico Dance Company, Jacopo Jenna firma Alcune Coreografie per la sempre eccellente Ramona Caia: scrittura che nasce in fotocopia da un affascinante montaggio video proiettato sullo sfondo in cui riconoscere per frame artisti come Anne Teresa De Keersmaeker, Pina Bausch, Cunningham, Nijinsky, Sciarroni, ma anche danze tradizionali, sport, immagini della natura. A Daniele Ninarello l’inaugurazione al Teatro Augusteo del secondo giorno con Pastorale, sviluppo di una pratica sull’ascolto che varia il movimento dei quattro interpreti in una coreografia in cui lo spazio si dilata in molteplici forme mobili a cui plaudere.

Pastorale di Daniele Ninarello, foto NidPlatform 2021
Alcune coreografie di Jacopo Jenna, foto NidPlatform 2021

ASSOLO folgorante per identità interpretativa e costruzione drammaturgica è Best Regards di e con Marco D’Agostin, dedicato a Nigel Charnock, sorprendente performer fondatore in Inghilterra dei DV8, scomparso dieci anni fa. Con Charnock D’Agostin lavorò nel 2010, un incontro decisivo. A partire da una riflessione che cita Virginia Woolf sullo sfalsamento del tempo insito nella scrittura di una lettera, D’Agostin danza, canta, performa la sua personale lettera a Nigel, intrecciando nello spettacolo alle sue parole anche lo scritto che la collega e amica di Charnock, Wendy Houstoun, mandò a Nigel pochi giorni prima della morte dell’amico. D’Agostin: «Dear N, I wanted to be too much too» (Caro N. anch’io volevo essere troppo) e le parole diventano nello spettacolo graffio affettivo, dinamica energia performativa, una follia che denuda l’anima. Bellissimo.

Esercizi per un manifesto poetico è la proposta del Collettivo Mine, lavoro che coincide con il debutto della giovane compagnia, pratica di resistenza scritta in dieci, che si riallaccia al processo compositivo minimalista del post modern anni Settanta. In scena anche la ripresa di Toccare the White Dance di Cristina Kristal Rizzo nato durante MITO Settembre Musica su Les Pieces de clavecin di Jean-Philippe Rameau eseguite dal vivo con la direzione di Ruggero Laganà, Zoé, ipnotica visione genealogica sul corpo nudo, coreografato da Luna Cenere, e MonJour di Silvia Gribaudi, dispositivo che mette in gioco la relazione tra pubblico e performers con l’inconfondibile guizzo ironico dell’autrice.