Nidi, precarie romane in lotta. E docenti contro la «buona scuola»
Il campanello d'inizio Tra caos e proteste oggi comincia l'anno scolastico
Il campanello d'inizio Tra caos e proteste oggi comincia l'anno scolastico
A simboleggiare un inizio di anno turbolento, le duemila precarie degli asili romani: che poco hanno a che fare con la «buona scuola» renziana, perché dipendono dal Comune e chiedono la stabilizzazione al sindaco Ignazio Marino, ma certo danno l’idea di un settembre che non sarà tutto rose e fiori. Ieri, in occasione di un incontro dei sindacati con l’assessore capitolino alle Politiche Educative e Scolastiche, Marco Rossi Doria, le educatrici hanno protestato con slogan e striscioni. Ma intanto gli insegnanti dei bambini e ragazzi più grandi, quelli delle scuole dell’obbligo, oggi si insediano per il collegio docenti, e alcuni promettono battaglia. In particolare, il sindacato Gilda, proprio all’apertura dell’anno scolastico (solo per i docenti come detto, perché i ragazzi cominceranno dal 7 settembre in poi, scaglionati per regione) ha invitato gli insegnanti alla «resistenza attiva contro la legge 107, in difesa della libertà di insegnamento e per tutelare la scuola pubblica statale dai poteri del “preside-autocrate”».
La Federazione Gilda-Unams invita i docenti «ad astenersi da alcune attività aggiuntive e dalle funzioni non obbligatorie a livello contrattuale». Propone di «non accettare la nomina a coordinatore di classe, dipartimento, coordinamento per materia; di rifiutare le funzioni di responsabile di laboratorio e l’incarico di responsabile di plesso; non accettare la nomina a staff della dirigenza e quella di collaboratori del dirigente scolastico, in particolare nelle scuole in cui manca il capo d’istituto e sono quindi in reggenza». «Si tratta di suggerimenti – sottolinea la Fgu – ai quali possono ovviamente aggiungersi altre forme di “resistenza attiva” proposte dai docenti».
Idem i Cinquestelle, che propongono agli insegnanti di sostenere le mozioni di incostituzionalità presentate in diverse regioni (in Puglia, segnalano, la mozione è già stata approvata e depositata).
Intanto, sul fronte (più che martoriato) delle assunzioni l’Anief fa sapere che «altri 1.893 diplomati magistrali, dopo aver fatto ricorso, ottengono l’inserimento nelle graduatorie a esaurimento: il Consiglio di Stato ha optato per il loro inserimento in via cautelare»; l’ordinanza è stata depositata proprio ieri. «I docenti precari – aggiunge l’Anief – tutti regolarmente abilitati attraverso il diploma di maturità conseguito prima del 2002, vengono così finalmente inseriti in quelle liste di attesa pre-ruolo da dove il ministero dell’Istruzione si ostina da 13 anni a tenerli esclusi.
Una volta ottenuta la sentenza definitiva, il cui merito si discuterà il primo dicembre, anche loro potranno quindi rivendicare la partecipazione al piano straordinario di immissioni in ruolo della riforma, con eventuale recupero della mancata assunzione».
L’Anief ricorda infine che simili ricorsi vedono coinvolti «i 70 mila abilitati con Tfa, Pas, corsi di Scienze delle formazione primaria e all’estero».
Tornando alle educatrici precarie romane, l’Usb ha spiegato l’obiettivo della protesta: «Rinnoviamo la richiesta di ritiro del bando per nidi e scuole per l’infanzia pubblicato lo scorso 21 agosto – dice Daniela Mencarelli, Usb-Pi nazionale – perché si esclude chi ha maturato un periodo complessivo di 36 mesi di attività licenziando, di fatto, 5 mila lavoratrici solo a Roma». Ma al Tempio di Giove, dove si svolgeva l’incontro con l’assessore Rossi Doria, c’erano anche gli avvocati del Codacons: o meglio, avrebbero voluto entrare, ma il Comune ha scelto di incontrare soltanto i sindacati.
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