‎«Siamo felici che ci siano tanti Paesi pronti ad accoglierci e che Netanyahu abbia ‎fermato le espulsioni. Non saremo più rimandati in Africa a rischio della vita e ‎non fineremo in prigione in Israele. Però si parla solo di concessione di residenze ‎e di permessi di lavoro e non di riconoscimento dell’asilo. Un giorno Israele ‎potrebbe cambiare idea e mandarci tutti via». Michael Taklit, rifugiato e attivista ‎eritreo, da anni nella zona meridionale di Tel Aviv nota come “piccola Africa”, ci ‎spiega lo stato d’animo nella sua comunità dopo l’intesa tra Israele e l’Alto ‎commissariato dell’Onu che vedrebbe diversi Paesi,...