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Netanyahu furioso contro Usa e Anp

Netanyahu furioso contro Usa e AnpNetanyahu – Reuters

Israele/ Palestina Congelare ogni rapporto tra autorità israeliane e palestinesi: è l’ordine tuonato due giorni fa da un Netanyahu furioso contro Stati Uniti e Anp. A scatenare le ire del premier è […]

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 11 aprile 2014
Chiara CruciatiGERUSALEMME

Congelare ogni rapporto tra autorità israeliane e palestinesi: è l’ordine tuonato due giorni fa da un Netanyahu furioso contro Stati Uniti e Anp. A scatenare le ire del premier è stata «la grave violazione palestinese degli accordi dietro il processo di pace», la decisione di Ramallah di riavviare le procedure per entrare in 15 agenzie Onu.

L’annuncio era giunto dopo lo stop israeliano al rilascio dell’ultimo gruppo di prigionieri politici palestinesi previsto per il 30 marzo e parte delle precondizioni dettate a luglio 2013 per la riapertura del dialogo. A scaldare gli animi sarebbero state le dichiarazioni del segretario di Stato Usa Kerry, che domenica aveva imputato l’ennesimo stallo nel negoziato all’annuncio israeliano di costruire altre 700 unità abitative per colonie a Gerusalemme Est. Da cui la reazione di Netanyahu che ha ordinato a ministri, funzionari governativi e direttori dei dipartimenti ministeriali di interrompere ogni forma di dialogo con le controparti palestinesi.

Esclusi dal diktat la capo negoziatrice Livni e i funzionari che si occupano di cooperazione alla sicurezza. Quella, la cooperazione alla sicurezza, pilastro degli Accordi di Oslo, non si tocca nonostante le minacce lanciate dall’Anp per bocca del falco Jibril Rajoub: «Stiamo considerando di passare al Piano B, il completo stop dei contatti con Israele, compreso il coordinamento per la sicurezza, se Israele continua con tali misure».

Il solito coordinamento c’è stato però all’alba di martedì, quando le truppe israeliane sono entrate a Betlemme, in Area A (dove secondo Oslo possono accedere solo previa organizzazione con l’Anp) per compiere un raid nel centro medico Al Sadaqa, clinica della Città Vecchia che fornisce cure alle famiglie più povere del distretto: confiscati computer, documenti della contabilità e cartelle dei pazienti. «Abbiamo aggiustato le porte, rimesso in ordine uffici e laboratori e acquistato un nuovo portatile – ci spiega un medico del centro, che chiede di restare anonimo – Ma abbiamo perso tutti i dati informatici, compresi quelli riguardanti i pazienti».

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