Le notizie che arrivavano ieri da Ghouta est, filtrate dalle rispettive propagande, davano indietro un quadro torbido: nelle cinque ore giornaliere di pausa umanitaria – indetta dal presidente russo Putin ed entrata in vigore ieri – gli scontri non sono cessati. Seppur sporadiche, esplosioni sono risuonate nel sobborgo di Damasco, casa-prigione a 400mila persone. E i corridoi umanitari individuati dalla Russia, la cui localizzazione è stata comunicata ai civili con volantini e sms, sono rimasti vuoti: delle centinaia di persone intrappolate dal 2013 nessuna ha tentato la fuga. E le agenzie umanitarie non sono riuscite a far passare gli aiuti...