Nell’Ucraina orientale arrivano i «Leopard»
Nato Da domani le esercitazioni militari coinvolgeranno 15 paesi. Intanto i ribelli filorussi resistono a un tentativo di sfondamento delle truppe ucraine. E il Tribunale Russell accusa tutti (Obama e Poroshenko, Nato e Barroso) di "crimini di guerra" nel Donbass
Nato Da domani le esercitazioni militari coinvolgeranno 15 paesi. Intanto i ribelli filorussi resistono a un tentativo di sfondamento delle truppe ucraine. E il Tribunale Russell accusa tutti (Obama e Poroshenko, Nato e Barroso) di "crimini di guerra" nel Donbass
Mentre nel Donbass si registravano tentativi di sfondamento da parte ucraina, respinti dalle milizie, in particolare nell’area di Debeltsevo e tiri d’artiglieria hanno colpito la zona dell’aeroporto di Donetsk, ieri l’agenzia Vesti.ru dava notizia di 34 «Leopard» con le insegne tedesche entrati in Ucraina attraverso la Polonia. La colonna di carri armati sarebbe stata filmata da blogger locali lungo la direttrice Lvov-Ternopol: domani partiranno, nell’Ucraina orientale, le manovre Nato, con la partecipazione di 15 Paesi, ma, a detta dei blogger, la direzione presa dalla colonna sarebbe molto più a est dell’area delle manovre.
Intanto il Ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, in un’intervista a TV Tsentr, ha dichiarato, in risposta a chi accusa Mosca di intervenire nelle questioni ucraine, che la Russia non è affatto interessata alla creazione di una “zona cuscinetto” nell’Ucraina orientale, una sorta di “seconda edizione della Transdnestria”, in riferimento alla vicenda che, a inizio anni ’90, vide la parte orientale della Moldavia, abitata prevalentemente da popolazione di lingua russa, dichiarare la propria indipendenza da Kishenev e che, dopo un conflitto, si è ritrovata separata dal resto della repubblica da una zona demilitarizzata.
«Solo un cervello insano può inventare che noi abbiamo fatto saltare la soluzione in Transdnestria e che quindi ora vogliamo fare lo stesso in Ucraina», ha detto Lavrov, ricordando che proprio Mosca mise a punto il piano per la federalizzazione della Moldavia), sottoscritto dalle parti. Lavrov ha anche lanciato un appello all’Occidente a sostenere il presidente ucraino Poroshenko nei suoi tentativi di trovare una soluzione pacifica al conflitto nel Donbass: quasi a voler distinguere varie responsabilità, a livelli diversi, nella dirigenza ucraina, ma non solo (Mosca accusa in particolare Washington e alcuni oligarchi locali di puntare all’acutizzarsi della crisi nel Donbass) per la situazione nel sudest del paese. Situazione per cui Lavrov dà la responsabilità alla volontà Nato di avvicinarsi sempre più alle frontiere occidentali della Russia, con l’aggregazione di sempre nuovi paesi: un calcolo che il ministro degli Esteri russo definisce «inaccettabile». La Russia, ha detto Lavrov, «è interessata a che vengano osservati gli accordi tesi ad assicurare allo spazio euroatlantico unità, indivisibilità e sicurezza uguale per tutti». In questo senso, ha dichiarato, una «Ucraina che goda di uno status fuori dai blocchi, risponde agli interessi del popolo ucraino, come pure dei suoi vicini e partner euroatlantici»; «Mi sembra – ha aggiunto – che Poroshenko sia interessato allo sviluppo degli accordi di pace e che abbia bisogno di sostegno, soprattutto da parte dell’Occidente».
Intanto, mentre è atteso per oggi un altro scambio di prigionieri tra le milizie e l’esercito di Kiev, ieri hanno varcato nuovamente la frontiera russa i 200 camion che hanno scaricato nella città di Lugansk aiuti umanitari (per domani è prevista la loro distribuzione alla popolazione) per il Donbass.
Infine, sempre ieri, i presidenti di Usa e Ucraina, Barack Obama e Pëtr Poroshenko, il Presidente della Commissione europea Manuel Barroso e il Segretario generale della Nato Anders Rasmussen sono stati tutti riconosciuti colpevoli di «crimini di guerra» nel Donbass dal Tribunale Russell, riunitosi a Venezia.
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