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Nello Yorkshire allarmante di Benjamin Myers

Nello Yorkshire allarmante di Benjamin MyersLocandina per la personale di Cecily Brown a Amburgo, Deichtorhallen, 2009

Scrittori inglesi «Blue come te», da Bollati Boringhieri

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 11 settembre 2022

Benjamin Myers si fece conoscere nel nostro paese lo scorso anno con il romanzo All’orizzonte, garbata storia dell’amicizia tra un adolescente, destinato al lavoro in miniera, e un’anziana colta ed eccentrica, che mentre lo aiuta a prendere in mano il proprio destino attraverso l’incontro con la natura e con la poesia viene a sua volta soccorsa nell’arrivare a patti con i fantasmi del proprio passato. Narrazione lirica, in cui il paesaggio estivo dello Yorkshire è scrutato con l’occhio incantato del poeta, All’orizzonte diventò un caso letterario nel Regno Unito e in Germania grazie al suo fascino intimista. Myers torna ora sui nostri scaffali con un romanzo che sconcerterà chi ha amato il lirismo del libro precedente: è un noir tesissimo e crudele, Blu come te (traduzione italiana Tommaso Pincio, Bollati Boringhieri, pp. 381, € 17,50), anch’esso ambientato nello Yorkshire, quando la neve cancella i contorni del reale, e, successivamente, in una primavera che, lungi dall’essere stagione di rinascita, porta allo scoperto i segni della morte.

I luoghi al centro
Come tra le pagine di All’orizzonte, anche qui la vicenda nasce e si sviluppa dal luogo, che non si limita a definire i confini dell’ambientazione, ma assume quasi una voce da narratore onnisciente. Sebbene Myers dipinga sempre lo Yorkshire con maestria da stilista, la cupa storia di morte, depravazione e degrado narrata in Blu come te rende il paesaggio alquanto allarmante, riportando alla mente, più che la dorata brughiera di All’orizzonte, i tenebrosi tormenti di Heathcliff e Catherine in Cime tempestose e, ancora di più la macabra quadrilogia di David Peace, Red Riding Quartet, sugli efferati delitti dello Squartatore dello Yorkshire. A questo serial killer, del resto, si fa riferimento anche nel thriller di Myers che, come i romanzi di Peace, prende spunto da raccapriccianti fatti di cronaca realmente accaduti in Inghilterra: vicende di pedofilia, abusi sessuali, pratiche pornografiche e necrofilia, che la cosiddetta «Operation Yewtree» ha rivelato, facendo seguito alla scoperta della torbida doppia vita del conduttore radiotelevisivo e filantropo Jimmy Savile. Nel romanzo di Myers, il personaggio modellato su Savile (e su un altro conduttore televisivo, Stuart Hall, arrestato con l’accusa di pedofilia e stupro nel 2012) non è che uno dei tanti individui invischiati in una rete di perversioni – tra cui un voyeurismo estremo che si nutre di pratiche pornografiche capaci di portare alla morte – che forzano i limiti dell’immaginazione.

Ritmo frenetico
Prendendo le mosse dalla sparizione di una quindicenne in una nevosa vigilia di Natale, Myers svela il marciume nascosto dietro la facciata idilliaca di un piccolissimo villaggio nel Nord Yorkshire. E chi legge arriva a conoscere retroscena, moventi e colpevoli sempre in anticipo rispetto al detective che conduce l’indagine e al giornalista che, anche se inizialmente non gradito, gli si affianca. Tipici personaggi da noir alla Ellroy (un nome spesso chiamato in causa a proposito dei folk crimes di Myers), il detective Brindle e il giornalista Mace sono entrambi segnati da una qualche forma di diversità: Brindle ha una grossa voglia scarlatta che gli deturpa il volto ed è schiavo di un disturbo compulsivo che lo isola dai suoi simili; Mace, già reporter di tabloid con trascorsi trasgressivi a Londra, lavora per il quotidiano locale, ma si propone di scrivere un romanzo la cui stesura naufraga tra le conseguenze dell’alcool. Nel tentativo di dimostrare la colpevolezza del rude porcaro Steve Rutter, i cui stratagemmi per occultare cadaveri vanno oltre la più morbosa fantasia, il detective e il giornalista si trovano a confrontarsi, in un crescendo vorticoso, con nefandezze di ogni sorta, compiute da personaggi insospettabili. Malgrado la lunghezza del romanzo, Myers riesce a mantenere un ritmo frenetico grazie a una scrittura paratattica, da cui sono assenti i segni di interpunzione, anche nei dialoghi e nel discorso diretto, un espediente che in inglese velocizza la lettura, ma in italiano la rallenta: l’ottimo traduttore, rispettando la scelta dell’autore, riesce comunque a rendere nella nostra lingua l’orrore che permea le pagine dell’originale.

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