Nello sport non basta una scienza
Rubriche

Nello sport non basta una scienza

Materia Oscura In un saggio della bioeticista Silvia Camporesi, molte risposte alle domande sull’intersessualità sollevate dal caso Khelif
Pubblicato 3 mesi faEdizione del 9 agosto 2024

Il match di Imane Khelif che oggi assegna la medaglia d’oro nei pesi welter femminili non spegnerà le polemiche intorno alla partecipazione dell’atleta algerina. La comunità scientifica, infatti, discute da decenni sulla regolamentazione della partecipazione delle atlete intersessuali agli sport e non smetterà certo adesso. Un compendio utile sulla materia – ma bisognava leggerlo prima di Parigi 2024 per sottrarre la discussione al Bar Sport – lo ha scritto qualche mese fa Silvia Camporesi, biologa molecolare e bioeticista dell’Università di Bologna. Il suo Partire (s)vantaggiati. Corpi bionici e atleti geneticamente modificati, pubblicato da Fandango nel 2023, sviscera molti interrogativi affrontati in questi giorni a proposito delle due pugili.

Come spiega Camporesi, il problema di chi includere o escludere dalle gare femminili non è nuovo: già nel 1967 la velocista polacca Ewa Klobukowska fu squalificata sulla base di un esame dei cromosomi. I progressi della scienza, invece di avvicinare la soluzione, hanno semmai complicato il puzzle. «Qualsiasi test genetico o biologico che vada a ricercare tale ‘Santo Graal’ del binarismo sessuale – spiega Camporesi – è destinato a fallire», che si tratti dei esami basati sugli ormoni adottati in molte discipline o di quelli genetici. Quando il Cio effettuò test sul Dna di migliaia di atlete alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996, dovette ammettere alle gare anche le otto in cui fu rilevato il cromosoma xy perché tutte riuscirono a dimostrare che non rappresentava un vantaggio.

Era già avvenuto in un altro caso celebre, quello della spagnola Maria Martinez-Patino squalificata ai mondiali di atletica di Kobe del 1985 e poi riabilitata. Dopo Atlanta anche quel test – citato dalla International Boxing Association come la prova che Khelif e Lin dovrebbero essere escluse dalle competizioni – è caduto in disgrazia.
La questione però non riguarda solo la distinzione tra maschi e femmine. Quest’ultima è solo un aspetto particolare di un tema assai più ampio che riguarda la definizione, tutt’altro che banale, dei «vantaggi iniqui». Nella competizione sportiva infatti coesistono a fatica due forze opposte: da un lato la gara spinge a esaltare le differenze tra alcune caratteristiche degli atleti – basta un millesimo di secondo per vincere o perdere una medaglia – e dall’altro li obbliga a mantenere una rigorosa parità su altri aspetti della prestazione o dell’allenamento.

La decisione su quali caratteristiche debbano essere differenziate e quali parificate non è oggettiva e ha a che fare con il ruolo che ogni società assegna all’attività agonistica. Lo sviluppo sociale e tecnologico, con la partecipazione delle donne e delle persone con disabilità all’attività agonistica da cui sono state a lungo escluse, ha accresciuto la complessità del problema. Ad esempio, come regolare l’uso di protesi che rendono competitivo un atleta come il sudafricano Oscar Pistorius? E il doping, che oggi coinvolge persino la genetica degli atleti, andrebbe integrato – sotto controllo medico – tra le tecniche di allenamento ammesse? Camporesi mostra che esistono ottime ragioni per pensarla in modo opposto, perché la decisione ha a che fare più con la politica che con la scienza.

«Risposte a questioni di equità dello sport non possono essere trovate solo sulla base di test genetici o biologici – spiega l’autrice – ma è necessario anche intraprendere una discussione a livello filosofico, etico e sociologico sui tipi di valori che informano la costruzione delle categorie stesse».

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento