Nell’isola infinita di mappe tatuate
Narrativa «Nostalgie della terra» di Mauro Tetti, per Italo Svevo editore
Narrativa «Nostalgie della terra» di Mauro Tetti, per Italo Svevo editore
Già nel 2016 con A pietre rovesciate pubblicato da Tunué nella collana di letteratura diretta da Vanni Santoni, Mauro Tetti aveva colpito i suoi lettori con una scrittura densa e granitica e uno sguardo a tratti nero e fiabesco. Oggi con Nostalgie della terra (Italo Svevo Edizioni, pp. 208, euro 17) non solo si conferma, ma rilancia con voce sicura la visione di un’isola, la Sardegna che diviene tra le sue pagine luogo mitico di vento e terra, di mare e lotta.
Il romanzo non ha una struttura, ma si scioglie nell’incedere di personaggi e luoghi, uniche àncore le coordinate marittime che legano e si enunciano nei titoli dei capitoli, veri e propri contenitori delle vicende ora tornate in vita e alla memoria direttamente dal passato. Mauro Tetti scrive un romanzo di mare, fatto di attese e tempeste, emotivo ed epico. Il mare come luogo della memoria dentro al quale la vita torna sempre a battere e portare i conti del proprio passato.
NON ESISTONO errori e falsità, verità e accertamenti, il mare dunque come purezza della visione, un’esistenza perenne che illumina e trasforma il passato in un tempo contemporaneo per sua natura potenzialmente infinito. Ma il mare, per certi versi non esiste senza la terra, tanto più in Sardegna dove questo confronto è aspro. Un conflitto eterno e reale che nelle sue contraddizioni offre uno scambio continuo delle parti, tra movimento e durezza, tra uno spazio infinito e uno claustrofobico e soffocante. Mauro Tetti dà forma con la sua lingua a questo contrasto che se non offre mai pace regala vita infinita. Guide nella leggenda sono così Glauco e Maddalena, il pescatore e la donna con il corpo tatuato da mappe, figure mitiche o semplici interpreti del passato? Non è dato saperlo, anche se le vicende da loro evocate qualche indizio lo possono dare.
Nostalgie della terra è un romanzo che rifiuta facili categorie per avere mani libere sulla storia che è quella di un’isola racchiusa in un mare che non le dà mai sosta. Mare e terra trasformano i morti in vivi e i vivi in figure portatrici non di esistenza, ma di mondi paralleli. Una fiaba nera capace di infinita dolcezza, offre un andamento che recupera felicemente il concetto di «incantevole» trasportando i lettori oltre la sonnolenza di letture ovvie e tranquillizzanti fatte di usurato storytelling; qui prendono forma le ombre date dalle infinite storie e dai loro inevitabili incroci. Quella separazione che solo apparentemente sembra tale di mare e terra viene allora rappresentata dall’intreccio e dal mistero. Il lettore non può fare altro che seguire il protagonista quasi crescendo insieme a lui, calandosi insieme nelle vicende di una vera e propria avventura.
NON ERA FACILE riuscire a confermare una scrittura tanto complessa e stratificata evitando facili soluzioni e pose solo vagamente sperimentali, ma Mauro Tetti ci riesce. Si conferma uno dei più interessanti autori italiani di sicura voce e originalità. Scrive un’avventura appassionante in un tempo che pare aver perso ogni residuo idealismo e fa saltare il banco portando i suoi lettori in un tempo nuovo che è nostro solo se lo sappiamo immaginare.
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