Visioni

Nell’impero di Godzilla e Kong i mostri ci assomigliano troppo

«Godzilla e Kong - Il nuovo impero»«Godzilla e Kong - Il nuovo impero» – foto Courtesy of Warner Bros. Pictures

Cinema Nelle sale il film di Adam Wingard, oltre gli effetti speciali c’è lo stereotipo in un mix di generi cinematografici. A distanza di 70 anni il senso storico di Ishiro Honda è andato perduto

Pubblicato 7 mesi faEdizione del 29 marzo 2024

Anche i mostri praticano le larghe intese. A renderle necessarie sono quei titani sociopatici che non possono fare a meno di sopprimere ogni forma di vita circostante, in preda a manie espansionistiche che, però, non rivelano alcuno scopo se non quello del dominio fine a se stesso. E così accade che due creature alfa come Godzilla e Kong si trovino a dover collaborare per evitare il caos. Non prima di una sana scazzottata, giusto per chiarire che tra di loro non potrà mai esservi vera amicizia.

Tre anni fa, l’anfibio e il primate sovradimensionati, dopo qualche iniziale incomprensione, si erano cordialmente salutati dopo aver sconfitto MechaGodzilla, un enorme robot apparentemente imbattibile, costruito appositamente per distruggere i due giganti. Come al solito, il delirio d’onnipotenza non premia mai l’umanità che, pensando di controllare la realtà, finisce col rischiare l’annientamento.

AD OGNI MODO, l’intervento congiunto dei due mostri per niente permalosi, aveva riportato la quiete nonché un discreto quantitativo di rovine, per la gioia, immaginiamo, di appaltatori e imprese edili. Dopo la battaglia, Godzilla si era riappropriato della superficie terrestre, mentre a Kong era toccato un trasloco da Skull Island, destinazione la Terra Cava. Una sorta di mondo parallelo nelle viscere del Pianeta. Tutto questo in Godzilla vs. Kong, quarto capitolo della serie MonsterVerse.
Ora i nostri due eroi sono alle prese con il logorio della vita quotidiana.

Godzilla si sposta con passo pesante, distruggendo qua e là antiche e moderne costruzioni, e si concede persino un riposino all’interno del Colosseo (il più classico dei product placement), dopo aver riportato alla luce l’annosa questione delle buche nella capitale. Kong è alle prese con un fastidioso mal di denti che gli rovina la gioia di una caccia a qualche bestia feroce. Naturalmente, Godzilla e Kong – Il Nuovo Impero non può continuare come un bel documentario d’osservazione della National Geographic. Un altro nemico sta per rivelarsi. E dunque ancora una volta i due mostri sono costretti a unirsi per salvare i mondi che sorvegliano un po’ maldestramente.

DIRETTO da Adam Wingard, già regista del precedente titolo, Godzilla e Kong – Il Nuovo Impero è un sovrapporsi di generi cinematografici privo di elementi originali. Un rimescolamento d’avventura, western, action, dramma famigliare, fantascienza e, naturalmente, tanta commedia ed effetti speciali.

Del Godzilla nato nel 1954 e del Kong creato nel 1933 si son perse le tracce. Rimane la logora costruzione di una trama che stancamente da A deve portare a C passando per B, possibilmente facendo sfoggio di un budget ricco e inserendo un sonoro spacca-timpani. Certo, non si possono trascurare alcune sequenze spettacolari e lo sguardo quasi documentario con il quale nella prima parte osserviamo la vita di Kong nella Terra Cava, ma nel complesso i personaggi (e le loro azioni) sono ridotti a puro stereotipo.

Se Godzilla (più di Kong) era apparso per rivelare, nel Giappone colpito a morte da due esplosioni atomiche, la mostrificazione dell’umano, qui si compie un definitivo (e deludente) rovesciamento con l’umanizzazione del mostro. Due grandiose e terrificanti creature che non si discostano, se non per le proporzioni, dagli animaletti dei vecchi e cari cartoni animati. Spietati e divertenti, saggi e istintivi, sicuramente caratterizzati da un eccesso di antropomorfismo. Evidentemente l’industria è sempre più distante dai sussulti di un’epoca che, paradossalmente, sembra essere meglio raccontata dal settantenne Godzilla di Ishiro Honda.

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