«Quello che infatti è il cibo per la conservazione dell’individuo, questo è l’unione carnale per la conservazione del genere umano; ed entrambe le cose non sono prive di piacere fisico. Ma questo piacere regolato e disciplinato dalla temperanza secondo l’uso della natura, non può essere libidine. Ciò che è nel sostentare la vita un cibo illecito, questo è nella ricerca della prole un rapporto di fornicazione o di adulterio. E ciò che è un cibo non permesso nella ghiottoneria, questo è un rapporto illecito nella libidine senza la ricerca della prole. E all’avidità eccessiva che alcuni hanno per un cibo consentito, corrisponde nel matrimonio il rapporto non gravemente colpevole. Come dunque è meglio morire di fame, che cibarsi di cibi sacrificali; così è meglio morire senza figli, che cercare discendenza».

IL PARAGONE fra i peccati della gola e quelli di lussuria è tracciato chiaramente da sant’Agostino del trattato La dignità del matrimonio. Lo ricorda Chiara Frugoni nel suo libro A letto nel Medioevo. Come e con chi (Il Mulino, pp. 168, euro 22), uscito postumo, quando, verso la conclusione, parla del modo in cui la Chiesa si insinua nei letti e traccia una geografia dei sensi parimenti condannabili.

IL MEDIOEVO della studiosa, tuttavia, ha sempre sfidato le convenzioni, e anche questo breve libro corredato da splendide immagini non delude, mostrando come l’insieme dell’epoca non si possa certo ridurre soltanto a repressione e soppressione della sensualità. Prima di occuparsi di questi aspetti, però, Frugoni parte da quelli più materiali: in quali letti si dormiva, e in che modo? Si dormiva nudi, con un cappello a protezione del capo che resta fuori, mentre le fonti mostrano come a esser temuto fosse soprattutto il gran freddo.

LETTI PER RICCHI e letti per poveri, letti per francesi e letti per italiani: l’autrice ci guida attraverso le differenze con l’aiuto dell’iconografia, con lo stile colloquiale ma attento ai dettagli che l’ha sempre contraddistinta.
Nei letti non si dorme soltanto, e anche questo è spiegato. Ma soprattutto il letto non è solitario: intorno c’è una camera che serve anche ad altri scopi (è una stanza «multitasking»): ci si chiacchierava seduti magari su un cassone con cuscini, ma i sovrani potevano anche ricevervi per affari di Stato. Inoltre, il letto non è detto che fosse soltanto nelle camere in cui si dorme. Una deliziosa miniatura mostra due amanti in un letto sistemato all’interno di un bagno pubblico, dove ci si rinfrancava e magari si consumavano incontri a pagamento o clandestini; si cita a riscontro dell’immagine la novella del Decameron nella quale Boccaccio racconta la storia di Salabaetto truffato da Biancofiore, complici gli agi di un bagno dove i due sono lavati da schiave per poi adagiarsi nudi fra lenzuola pulite.

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SCHEDA. Età di mezzo, le vite delle donne

«Medioevo. Altri sguardi, nuovi racconti» di Isabelle Chabot, Paola Guglielmotti, a cura di Sis – Società italiana delle storiche, con le illustrazioni di Caterina Di Paolo (Settenove, pp. 80, euro 16) è un albo per lettori e lettrici young che accende i riflettori sulle donne nel Medioevo. Le quali, non essendo sui campi di battaglia, erano poco visibili in un’epoca scandita da guerre che duravano anche cento anni. Le cronache e la letteratura del tempo narrano gesta di re, imperatori, cavalieri, santi, papi e guerrieri, come se fossero stati gli unici soggetti a muovere storia umana e immaginazione. Il libro invita a seguire le orme di Eileen Power, una storica partita alla ricerca dei più nascosti «fatti delle donne», per scoprire storie diverse che esplorano la vita, il lavoro e le relazioni sociali delle figure femminili che hanno attraversato e «scritto», anche loro, i capitoli fondanti dell’età di mezzo.