Visioni

Nella tana del Mostro, hip hop generazione 2.0

Nella tana del Mostro, hip hop generazione 2.0Il mostro

Musica Ritorno da solista per il giovane rapper romano che ha da poco pubblicato l'album «Ogni maledetto giorno»

Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 30 settembre 2017

Con una spallata a Gué Pequeno è schizzato nelle scorse settimane ai vertici della hit Fimi/Gfk con l’album Ogni maledetto giorno (Honiro Records). È il rapper Mostro, alias di Giorgio Ferraio, romano, 25 anni. Con la stessa velocità poi sul podio è subentrato dalla scena trap Rkomi, con Io in terra, milanese, classe 1994. L’hip hop di ultima generazione comanda – almeno i numeri del mercato -, è un riferimento che riesce a parlare specialmente agli under 30 e gioca nel campo dello streaming e delle visualizzazioni. Forse ai quadri del PD qualcuno di questi ragazzi dovrebbe fare un corso di comunicazione.

Comunque sia Mostro è un fenomeno interessante, era già esploso in duo fino al 2014 con LowLow e dopo una pausa è tornato da solista. Una grossa responsabilità che affronta all’attacco, con parecchia tecnica, un’ottima produzione, con una non celata mania di grandezza e rime provocatorie. Questi però sono i lati più estetici, dall’altra parte c’è l’energia esplosiva canalizzata nella musica, unita a un senso di riscatto nella dura competizione col mondo. Gara in cui si trova a lottare ogni giovanissimo (e non solo) ma che in pochi riescono a far diventare musica e voce.

Mostro non sembra aver dubbi sull’unicità del suo lavoro: «Fondamentalmente questo disco è una alternativa a quanto c’è in giro adesso, è un album che secondo me coniuga gli aspetti più interessanti del rap-game: è disco che comunica, che ha contenuti ed è un concept album che si lega traccia dopo traccia, con sonorità classiche e nuove». Il divorzio con LowLow a molti è sembrato un’operazione rischiosa: «Il primo rischio è lo stop di 2 anni, ma son serviti per ragionare e fare il disco che volevo». Giorgio Ferrario prima di diventare Mostro si racconta come un ragazzo senza troppe ambizioni e a cui non piaceva studiare né lo sport, la sua unica passione è sempre stato l’hip hop.

E si sentono alcune assonanze con il primo Fabri Fibra e parla di Bassi Maestro come un riferimento: «È un onore essere accostato a Fabri, lui e Bassi mi hanno dato tantissimo». Malgrado alcune collaborazioni, OMG è un disco autarchico, Mostro si considera «un lupo solitario», distante dagli altri rapper: «Il disco è stato scritto in un momento in cui sono stato molto solo, ho scritto davvero un disco mio, intimo e in solitaria». Lui viene da un’altra scuola ma vede come positivo l’espansione dell’hip hop in altre formule anche più commerciali: «Penso sia tutto legato, la trap ha dato una ventata di novità al rap. anche se per me conta solo la qualità della canzone».

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