All’arrivo dell’estate andavamo all’Eur, sia di notte che di giorno. In notturna, durante i giorni feriali; in diurna, nei pomeriggi delle domeniche. Tutto era cominciato a mezzanotte. Al suono della sveglia di mezzanotte e mezza, precisamente. Tre ore di sonno e via, in fretta e furia ci s’infilava le scarpe (si dormiva mezzi vestiti) ci si sciacquava e ancora intirizziti ci ammucchiavamo sugli autocarri dove venivano distribuite le bustine di plastica contenenti il cordiale. Un’ora buona di strada prima di essere scaricati nell’ampio piazzale antistante il Palazzo dello sport di Pierluigi Nervi. All’Eur, appunto. Le levatacce proseguirono per una quindicina...