«Prima una terra terrosa/ poi un’altra, no, la stessa» scriveva Mario Luzi, perdendosi tra i ricordi nelle valli di Montepulciano. Prima e poi la stessa terra, dunque, un progetto continuo, una somma di paesi infiniti. Perché è in questo luogo apparentemente senza fine che, tra terra e terra, resistono gli spazi vani. Eliminati dalla logica e riproposti dalla fisica i paesi abbandonati scavalcano il principio di non contraddizione e affermano un’esistenza pari – se non forse superiore – a quella dei luoghi abitati. È l’«Italia vuota», quell’Italia lasciata agli ultimi paladini del mondo di ieri fatta di tante Maurilia: «città...