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Nella democrazia «afascista»

Nella democrazia «afascista»

Finestre di Orosia Alfio arriva stasera al cohousing per la agognata polentata della Olga...

Pubblicato circa 16 ore faEdizione del 19 ottobre 2024

Alfio arriva stasera al cohousing per la agognata polentata della Olga. Professore di Storia e filosofia in pensione, è appassionato di storia della Resistenza. La tavolata è affollata, anche di amici che non abitano più nel cohousing.

Le parole di Alfio, piuttosto critiche con le istituzioni rispetto alle sofferenze del mondo, questa volta sono smussate dagli altri con ironia e qualche sbuffo, a ricordargli che il mondo è cambiato, e così la politica: inutile appassionarcisi troppo.

Alfio si infervora: «sembrate la maggioranza di oggi: apatici, poco reattivi». «Fattene una ragione – gli dice Pier affettuosamente – io, ad esempio, ci credevo in questa nostra storia del vivere insieme nel cohousing, ma poi ho sentito che era ora di cambiare». Alla voce «cambiamento» sembra che tutto torni, adeguato ai tempi.

Alfio non si dà pace e dice che i cambiamenti non vanno sentiti, ma capiti. Tira fuori un libro: «Democrazia afascista» (Ed. Feltrinelli 2024) di Nadia Urbinati, politologa, e Gabriele Pedullà, critico letterario. Il libro tratta di democrazia «afascista» come fenomeno inedito, che comporta la revisione delle regole del gioco democratico in Occidente. È un nuovo assetto che può tenere insieme anche regimi politici distanti, in funzione del sistema e della sua governabilità. Gli Autori affermano che tutte le democrazie non possono essere neutrali, hanno valori, un obbiettivo, hanno un «alter», che per l’Italia è stato il fascismo.

La Costituzione, i cui principi rispecchiano i valori della Resistenza, è antifascista. Con la democrazia «afascista» si propone invece di archiviarne le origini fasciste in una prospettiva «avaloriale» centrata sulla delega elettorale, il potere della maggioranza, e la «governabilità».

Una parte governa e una no, con possibilità dell’alternanza, ma nel frattempo si ritiene auspicabile che non vi sia troppa contestazione, perché la maggioranza ha il compito di governare: democrazia come funzionamento, come una macchina con pilota automatico.

L’ascesa di questo tipo di democrazia è evidente in Italia, dove nel 2022 va al governo un partito erede del fascismo. Visione che ha una sua storia e motivazioni, ricostruite nel libro, così come è ricostruito storicamente concetto e parola «afascista», comparsa già a partire dal ventennio.

Le parole di Alfio portano silenzio e riflessione. E se una cultura democratica afascista, respirata dalle menti e dai cuori, avesse a che vedere con una cultura del vivere sociale più apatica e indifferente, dove il Noi diventa parola vuota, dove vivere insieme lottando per valori e contro un «alter» sembra vetusto e con poco senso? Contro un «alter» che invece non dobbiamo mai dimenticare. Il Pier sorridente e stranito chiede: «ma che c’entra?»

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