Visioni

Nella babilonia linguistica della scena indipendente

Nella babilonia linguistica della scena indipendente

A teatro Da «Corpus delicti» di Alessandra Cristiani a «Bella bestia» del duo Francesca Sarteanesi-Luisa Bosi. Il Festival Inequilibrio 2019

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 13 luglio 2019
Mariateresa SurianelloCASTIGLIONCELLO

Se c’è un presupposto per frequentare i festival «teatrali» estivi – oltre la vetrina anticipatrice o raccoglitrice di spettacoli – è da ricondursi alla calamitica attrazione di artisti e spettatori verso un luogo che si fa moltiplicatore linguistico. Questo avviene a Castello Pasquini, fulcro di una comunità permeabile e modulabile che si muove intorno ad Armunia con «Inequilibrio», dando senso all’idea di festival, lontano dall’intrattenimento nelle serate balneari. La sua nuova edizione dalle stanze e dal parco del Castello, con la direzione artistica di Fabio Masi e Angela Fumarola, si muove verso il mare e investe il territorio con allestimenti spesso nati proprio qui, nei soggiorni in diversi periodi dell’anno.

UN’ACCOGLIENZA preziosa per gli artisti indipendenti che possono dare continuità al proprio lavoro, come per Alessandra Cristiani, coreografa romana tuffatasi nelle immagini di Egon Schiele e riportate in Corpus delicti con l’esposizione estrema della sua nudità, conclusa da quell’intenso sguardo verso un infinito ignoto. Giocosa e morbida arriva invece Archeologia del coraggio – operacquatica, per la quale Elena Guerrini fa immergere nel mare gli spettatori e parla loro di accoglienza e rinascita. E sulle dolci percussioni di Papi Thiam riattraversa la memoria della nonna profuga istriana.

La durezza del Teatro Solvay ricopre di un’algida coltre Excelsior, la rivisitazione del gran ballo che Salvo Lombardo compie, riproducendo anche in video le celebrazioni imperialiste di fine ‘800, in una feroce sovrapposizione col nostro colonialismo. Al contrario è intimo, leggero e ironico Bella bestia dell’inedito duo Francesca Sarteanesi-Luisa Bosi, autrici di una scrittura dal ritmo comico che cerca il personaggio anche dentro le dolorose pieghe autobiografiche. Con Chi semina vento VicoQuartoMazzini lotta nel buio e a tavolino – ai margini del ristorante del festival – la wellesiana Guerra dei mondi in versione equadoregna, radiodramma che permette a Michele Altamura e Gabriele Paolocà un bel gioco di voce tra parola e canto.

E SITE SPECIFIC è anche l’allestimento di Babilonia Teatri che convocano gli spettatori sulla spiaggetta del Cardellino alle 7:30 del mattino per partecipare al rito del Padre nostro. La cifra è quella segnata da Enrico Castellani e Valeria Raimondi, ma l’abbattimento/recupero della figura paterna è lasciato a Maurizio Bercini con i suoi due veri figli, Olga e Zeno.

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