Nelken Line, mille passi per una sfida danzata
A teatro Un progetto della Fondazione Pina Bausch, in cui diversi gruppi di persone riprendono in giro per il mondo i movimenti della famosa camminata dello spettacolo
A teatro Un progetto della Fondazione Pina Bausch, in cui diversi gruppi di persone riprendono in giro per il mondo i movimenti della famosa camminata dello spettacolo
Primavera, estate, autunno, inverno. Erba bassa, erba alta e sole, foglie che cadono, freddo. Otto gesti, otto passi. Una fila. Un’ora di camminata per le vie di una città. Essere nel movimento con tutti se stessi, dall’inizio alla fine. Una sfida sulla relazione con la natura e la sua bellezza, con chi è dentro la fila e con chi è fuori. La musica è West End Blues di Louis Armstrong. Sorrisi, abiti eleganti. Condivisione. Accade con il progetto della Fondazione Pina Bausch, Nelken Line in cui diversi gruppi di persone riprendono in giro per il mondo i movimenti della famosa camminata dallo spettacolo Nelken. L’esperienza è aperta a tutti, danzatori e non, gente abile e diversamente abile. Un’ora dentro i passi di Nelken, come domenica scorsa a Novara nell’ambito del progetto Diversità e arti performative per una società inclusiva del terzo millennio – IDEAArtinterreg /Interreg Italia Svizzera – organizzato da DIDEE arti e comunicazione con Oltre Le Quinte.
SUPPORTO MAGNETICO di Julie Anne Stanzak, storica danzatrice di Pina Bausch per sei chilometri tra prove e camminata, per prendersi un tempo dentro una sequenza collettiva. Ce lo siamo concessi, chiedendoci, facendo la Nelken Line, perché nei dieci anni dalla scomparsa di Pina sia così potente e vivo nella gente il desiderio di ripercorrerne i passi, di rivederne i lavori. La risposta è semplice quanto forte: la Nelken Line mette in gioco, come tutto il teatro di Bausch, spettatori o protagonisti, l’uomo e le sue relazioni. Studiare, vestirsi, mettersi in fila secondo i colori, camminare in sessanta persone, precisi nei gesti e nei passi, è una piccola storia danzata tra esseri umani. Miracolo Bausch.
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