Internazionale

Nel post impeachment prosegue lo scontro tra ministri e procure

La Casa sbianca Con una mossa a sorpresa arrivata nella tarda serata di venerdì sera il ministro di Giustizia Usa William Barr ha annunciato di aver sostituito il procuratore di Manhattan Geoffrey Berman […]

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 21 giugno 2020

Con una mossa a sorpresa arrivata nella tarda serata di venerdì sera il ministro di Giustizia Usa William Barr ha annunciato di aver sostituito il procuratore di Manhattan Geoffrey Berman con Jay Clayton, presidente della Securities and Exchange Commission (Sec), anche se questo non ha mai ricoperto l’incarico di procuratore.

Poco dopo l’annuncio di Barr è arrivata la risposta di Berman il quale ha dichiarato: «Non mi sono dimesso e non ho alcuna intenzione di dimettermi dalla mia posizione, alla quale sono stato nominato dai giudici della corte distrettuale Usa per il distretto meridionale di New York. Mi dimetterò quando una persona nominata dal presidente sarà confermata al Senato. Fino ad allora le nostre indagini proseguiranno senza ritardi o interruzioni».

Berman è una spina nel fianco di Trump. Il procuratore di Manhattan è colui che ha incriminato Michael Cohen, ex avvocato personale di Trump, e che ora sta indagando anche sull’attuale avvocato personale del presidente nonché ex sindaco di New York, Rudy Giuliani. Berman ha anche gestito diversi casi legati ad alleati ed amici del tycoon, come quello contro il defunto finanziere Jeffrey Epstein, incriminato per traffico sessuale di minorenni. Sempre Berman è il procuratore che ha incriminato per ostruzione della giustizia Natalia Veselnitskaya, l’avvocato russo al centro dell’incontro alla Trump Tower nel caso del Russiagate.

La disputa pubblica fra Barr e Berman è un altro esempio del tumulto che ha travolto il Dipartimento di Giustizia negli ultimi mesi. Gli interventi a gamba tesa di Barr in casi di alto profilo che coinvolgono gli ex consiglieri di Trump Roger Stone e Michael Flynn, hanno provocato le accuse di politicizzazione del Dipartimento di Giustizia da parte di attuali ed ex funzionari di quel Ministero, e negli ultimi mesi si è intensificata l’opera di epurazione di funzionari sgraditi a Trump, da quando il Senato guidato dai repubblicani lo ha assolto nel processo di impeachment.

Da allora The Donald ha licenziato o costretto alle dimissioni gli ispettori generali, i capi delle agenzie esecutive e genericamente tutte le figure chiave che durante l’impeachment avevano mostrato un approccio autonomo, spesso tramite Barr che si comporta come il suo personale braccio armato.

Molti di questi licenziamenti sono arrivati tardi durante un venerdì sera, momento che molte amministrazioni della Casa Bianca hanno usato per divulgare notizie che avrebbero preferito ricevessero poca attenzione.

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