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Nel nome del padre che diventa anche un po’ madre

Religioni La nuova versione della preghiera cambia l’immagine del Dio e sposta radicalmente la teodicea, ovvero la secolare interrogazione (filosofica ed etica) su a chi debba essere attribuita la responsabilità del male
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 17 novembre 2018
Pur da atea e anticlericale, guardo con speranza il cambiamento formulato nel nuovo Messale Romano per la preghiera del Padre Nostro, la più importante perché l’unica formulata direttamente da Gesù ai discepoli nel Vangelo di Matteo (quello di Pasolini, del Cristo dei poveri cristi). A quasi 50 anni dalla versione di Paolo VI, la nuova traduzione dall’aramaico sembra più aderente al messaggio evangelico rivoluzionario. Trasformata in orazione, in implorazione pronunciata da milioni di oranti, può contrastare in profondità, nell’inconscio, le parole feroci che dominano messaggi ed azioni del potere politico in questi sciagurati tempi. La nuova versione, innanzitutto, cambia l’immagine...
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