La redazione consiglia:
Juventus – 15: le motivazioni: «Grave illecito prolungato»Presto le carte saranno in tavola, ma qualcosa è già emerso all’udienza preliminare del processo penale a carico della dirigenza juventina a Torino, effetto dell’inchiesta Prisma, nata nell’estate del 2021, per cui Andrea Agnelli, Nedved, Paratici e altre nove persone attendono di sapere se ci sarà il rinvio a giudizio per una serie di reati finanziari, tra cui aggiotaggio, false comunicazioni sociali all’ostacolo della vigilanza, false fatturazioni. Tra 45 giorni si saprà del rinvio a giudizio, che pare probabile e ci sarà la richiesta (certa) della difesa bianconera di spostare il processo da Torino a Milano, perché il reato di manipolazione del mercato – il più grave tra quelli contestati e che determina la competenza territoriale – si sarebbe consumato a Milano, sede della Borsa.Un altro elemento da considerare è che la federcalcio ha deciso di non costituirsi parte civile. La stessa scelta compiuta dall’Erario. Una linea assai morbida

E SE E’ LA DIFESA juventina punta ad allungare la vita del processo verso la prescrizione (a differenza del doppio filone sportivo, dove si arriverà presto all’atto finale), ci sono elementi emersi dal primo atto interlocutorio a Torino: per esempio, i 50 azionisti della Juve, di medio o piccolo taglio, che hanno deciso di costituirsi parte civile, ritenendosi danneggiati dalla proprietà della Juve e dai suoi dirigenti che – con i reati finanziari che l’accusa presume siano stati commessi – avrebbero portato alla perdita di valore delle azioni (la Juventus è quotata in Borsa, infatti la Consob si è costituita parte civile, come il Codacons). La scelta degli azionisti non è stata condivisa dal microcosmo dei tifosi della Juve, con pioggia di offese sui social dopo il rinvio dell’udienza preliminare (prossima tappa, il 10 maggio).

UN ALTRO elemento da considerare è che la federcalcio ha deciso di non costituirsi parte civile. La stessa scelta compiuta dall’Erario. Una linea assai morbida, forse attesa perché nel doppio filone sportivo c’è stato il lavoro della Figc sulla vicenda dei bianconeri, sia per il filone sulle plusvalenze – il 19 aprile il Consiglio di Garanzia del Coni accoglierà il ricorso o confermerà la penalizzazione di 15 punti inflitta alla Juve – che per il filone, assai più temuto dalla difesa, anche per quanto emerso nelle ultime settimane dalla procura di Torino, sull’ormai famosa “manovra stipendi”, che comprende le carte private sugli stipendi non a bilancio di Cristiano Ronaldo e, tra gli altri, anche Paulo Dybala. Altra nota: sia Ronaldo (che reclama circa 19 milioni di euro dalla società per i salari non percepiti) che Dybala non si sono costituiti parte civile, non vogliono sfidare la Juve in sede penale. Un’inversione di tendenza: dalle carte di Torino era emersa da parte di Dybala (ora alla Roma) la richiesta di risarcimento di 54 milioni alla Juve, tra salari arretrati e indennizzo per il mancato rinnovo con i bianconeri.