Nel suo ultimo libro, Donne che allattano cuccioli di lupo. Icone dell’ipermaterno (Castelvecchi, pp. 129, euro 17,50), Adriana Cavarero prende alla lettera l’invito di Elena Ferrante di esplorare «con verità fino al fondo più buio» l’esperienza della maternità. Nell’indagare il «tremendo» del corpo materno che, nella sua accezione greca essenzialmente intraducibile del deinon, rimanda all’estraneità di ciò che è più familiare, all’attrazione di ciò che crea repulsione e spaesamento, e sganciandosi da una tradizione che ha celebrato iconicamente il legame «sacro» della Madonna con il bambino, Cavarero si sofferma sulla dimensione impensata del corpo materno e sul legame minuziosamente oscurato...