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Il manifesto digitale I fondatori di thePrintLabs raccontano la passione di un lungo lavoro comune
Il manifesto digitale I fondatori di thePrintLabs raccontano la passione di un lungo lavoro comune
Quando il manifesto ci ha chiesto di raccontare con le nostre parole la storia dell’aggiornamento che troverete online su ilmanifesto.it, qui a thePrintLabs abbiamo provato a raccogliere le idee sulle soluzioni tecniche, i ragionamenti che hanno portato alle varie scelte, e l’esperienza di utilizzo che avremmo voluto creare per i lettori del manifesto digitale.
L’articolo di Matteo Bartocci esprime già pienamente le riflessioni e le scelte che abbiamo affrontato insieme sul senso e la sostanza dell’ultimo aggiornamento.
Invece gli aspetti su cui desideriamo soffermarci – il valore e la storia che vogliamo raccontare -, riguardano interamente la qualità del lavoro e la passione per ciò che facciamo, unita alla qualità dei rapporti professionali e personali.
Da due anni siamo partner del manifesto per i canali digitali, una storia costruita giorno dopo giorno affrontando ogni ostacolo con il costante confronto, per trovare insieme le soluzioni migliori, condividendo pregi e difetti di ogni scelta, soppesandone i rischi e le opportunità.
Grazie a questo atteggiamento siamo stati in grado di imparare dagli errori e migliorare le nostre capacità di risoluzione e i prodotti finali.
A partire dal 2013 insieme al manifesto abbiamo affrontato prima lo sviluppo di una app per iPad che consentisse di raggiungere i lettori con un approccio esclusivamente basato su un’esperienza di lettura e di collezione delle edizioni efficiente e funzionale.
Un ambiente privo di distrazioni, il download veloce, poche funzionalità ma pienamente utilizzabili. Una redazione unica per la carta e per il digitale al lavoro su un workflow semplice ed efficiente.
Attorno a questo abbiamo poi sviluppato la versione per iPhone, una nuova app per i sistemi Android, la nuova presenza sul Web e i sistemi di gestione degli abbonamenti, del paywall e di e-commerce.
Adesso il nuovo manifesto su Web, e tra pochi giorni anche su app, arriva alla seconda release, di cui abbiamo iniziato a parlare già un anno fa con una collaborazione continua, condivisione delle analisi, delle prospettive, dei risultati e delle difficoltà fin qui sperimentate.
L’ultimo aggiornamento web che sarà on line ultimati i test è un sottile redesign che ha coinvolto centinaia di piccole componenti grafiche e introduce alcune nuove funzionalità che non consideriamo «rivoluzionarie» ma semplicemente frutto del ragionamento sulla fruizione delle informazioni da parte del pubblico del manifesto.
Il valore, anche in questo caso, risiede nell’essere stati in grado, condividendo con la redazione il merito per i successi e la colpa per gli errori, di stabilire un obiettivo e dirigere ogni sforzo esclusivamente verso di esso.
Presentare i contenuti nella loro forma migliore per agevolarne la fruizione e permettere al contenitore di sparire, lasciando lo spazio alle parole e alle immagini che raccontano storie e opinioni.
In un panorama editoriale ormai intossicato da articoli click-baiting, banner pubblicitari e advertorial, se il manifesto digitale sarà l’anomalia che riuscirà a farsi strada con un’offerta limpida e una forma coerente sui vari canali, questa bella storia potrà anche essere chiamata un successo.
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