Neil Young, pene d’amor «perdute» e ritrovate
Note sparse Il rocker canadese pubblica finalmente «Homegrown», l'album rimasto nel cassetto per quattro decenni
Note sparse Il rocker canadese pubblica finalmente «Homegrown», l'album rimasto nel cassetto per quattro decenni
Non si sa quanto tempestiva possa essere stata l’uscita di Homegrown nel medesimo giorno della pubblicazione del nuovo e doppio album di Bob Dylan, Rough and Rowdy Days. Sta il fatto che in questa fase 4 o 3.0 e ¾ post-pandemica sembra che i settantenni leoni del rock riescano a dar la zampata giusta: quell’esatta misura che fa esclamare che anche le attese più lunghe, sette o otto anni, a memoria, per il Premio Nobel di Duluth e addirittura più di 9 lustri per Young, siano servite e non hanno fatto rimpiangere le lunghe assenze. Ovviamente si sta parlando di canzoni inedite. Perché tutti e due gli artisti hanno archivi commercialmente spendibili da immettere sul mercato discografico. Dunque, si diceva dell’assenza di canzoni inedite, ciò vale ancor più per il cantautore canadese, di recente diventato a tutti gli effetti cittadino americano, che ritrova uno dei suoi dischi più sofferti, registrato nel ’74 e pronto per uscire l’anno dopo.
PER GIUNTA per pene d’amore, con la compagna di allora, l’attrice Carrie Snodgress. Stretto cronologicamente tra il successo di Harvest, gli acclamati tour di CSN&Y, e la cosiddetta «trilogia del dolore», Homegrown ne è la summa sintesi. Per certi versi anche più di Tonight’s the night, considerato dalla critica il suo capolavoro. Interessante nella successione dei brani elettrici e acustici, le diffuse ospitalità come quelle di Levon Helm e Robbie Robertson di The Band o di Emmylou Harris. Ascoltato a tutti questi anni di distanza, le canzoni si mostrano: dure, dolci, grezze, raffinate. Insomma, vi è tutto il Nei Young del passato e del futuro. Colui che verrà salutato come anticipatore del punk come due decenni dopo del grunge.
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