ExtraTerrestre

Nei veri borghi dove rinasce un’altra Italia

Alternative L’associazione Borghi autentici d’Italia raggruppa 260 comuni che valorizzano i territori minori con pratiche politiche ed ecologiche sostenibili

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 30 luglio 2020

Aielli, un paesino di quasi 1500 abitanti in provincia dell’Aquila, è ricco di attrattive storiche e naturalistiche e ha il centro colorato e animato da numerosi murales. In estate tra le sue case trova spazio la manifestazione Borgo Universo, che quest’anno si terrà dal 15 luglio al 2 agosto. Si tratta di un festival di street art, musica, performance e astronomia che utilizza il linguaggio dell’arte e dell’astronomia per valorizzare gli scorci, i panorami e la storia del borgo medievale.

LO SCORSO ANNO L’EVENTO ha avuto come ospite Okuda San Miguel, artista spagnolo di fama internazionale, che ha realizzato un murales che sta attirando molti turisti. Ma c’è di più. Per le vie del centro storico si possono osservare diverse opere artistiche come, per esempio, il murales di Fontamara il capolavoro di Ignazio Silone scritto integralmente a mano su un muro di 100 metri quadrati o la Costituzione italiana, stampata su una parete del parco giochi.
Aielli è l’esempio di come la tradizione e l’intuito di alcuni amministratori possono dar nuova vita a un borgo di montagna. Il non arrendersi, ma cercare sempre nuove opportunità, è lo spirito che accomuna 260 comuni, tra i quali Aielli, distribuiti in 16 regioni che aderiscono all’associazione «Borghi autentici d’Italia» (www.borghiautenticiditalia.it). Ve ne sono di molto piccoli come Rondanina, 60 anime, in provincia di Genova nell’Ente Parco Regionale dell’Antola, ma anche di più grandi quale Copertino, circa 23 mila abitanti, in Puglia.

L’ASSOCIAZIONE, NATA NEL 2002, ha come scopo la valorizzazione turistica di territori minori attraverso una rete di comunità che sono tra loro in relazione attraverso lo scambio di buone prassi e di progetti. «Proponiamo e promuoviamo» – afferma Antonio Cardelli, vice segretario nazionale dell’Associazione – strategie d’intervento per alimentare politiche di sviluppo locale sostenibile finalizzate a ottenere risultati concreti, attraverso la cooperazione inter-istituzionale fra i comuni e fra questi e gli altri enti locali, le regioni e le reti di partenariato pubblico e privato a livello nazionale ed europeo.
Gli enti che si associano sono consapevoli che devono mettersi in gioco poiché a essi viene chiesto di progredire costantemente in termini di sviluppo sostenibile ovvero inclusione sociale, creazione di occupazione, qualità del paesaggio, agricoltura di prossimità, lotta allo spopolamento, salvaguardia e miglioramento del patrimonio ambientale e naturalistico, valorizzazione culturale».

TUTTO CIO’ MESSO IN PRATICA cosa vuol dire? «I nostri sindaci – spiega – non si lamentano sterilmente del possibile declino, ma ogni giorno trovano le motivazioni e gli esempi per progredire nella ricerca di stabilità sociale ed economica, qualità e bellezza dove quest’ultima non è un attributo statico ma dinamico. I nostri sindaci sono eroi moderni che pur in presenza di grandi ristrettezze economiche, di divario digitale, di carenze infrastrutturali, di welfare pubblico e di rarefazione demografica, mettono a disposizione il loro tempo e le loro capacità per fare spesso l’impossibile».

Un ruolo importante per far sì che le persone rimangano nei borghi e per lo sviluppo di un turismo sostenibile lo svolge l’agricoltura, considerato che da questi comuni arriva il maggiore numero di prodotti agricoli di altissima qualità e a denominazione di origine prodotti in Italia. «Nel 2018 il nostro progetto speciale Comunità del Cibo buono e autentico – ci tiene a ricordare Cardelli – ha avuto l’obiettivo di fare conoscere al pubblico l’enogastronomia di questi luoghi dando il giusto riconoscimento alle comunità impegnate a preservare e conservare la biodiversità agroalimentare e degli ecosistemi, promuovendo produzioni e ricette locali rispettose degli equilibri naturali».

Dalla consapevolezza che l’agricoltura e l’ambiente sono beni inestimabili, di recente una ventina di comuni aderenti all’associazione Borghi autentici d’Italia è entrata a far parte della Rete europea delle Città Libere dai Pesticidi.

«SI TRATTA DI UN’INIZIATIVA COERENTE alla nostra filosofia che va nella direzione di una sempre maggiore attenzione al benessere e alla salute dei cittadini, quelli residenti e quelli temporanei», sottolinea il vice segretario nazionale. «Questa partnership rientra, però, in un progetto più ampio dell’associazione che è quello della Comunità per il Clima-Laudato Sì, che si rivolge agli amministratori e alle comunità locali affinché possano avere un ruolo centrale nelle politiche sul tema dell’adattamento ai cambiamenti climatici e promuove la nascita di una rete nazionale di presidi locali finalizzati alla Cura della Casa Comune. Le comunità locali saranno, quindi, chiamate a progettare e sperimentare concretamente le sfide della riduzione dei consumi energetici, della salvaguardia della biodiversità, della mobilità dolce, dell’utilizzo di fonti alternative, dell’arresto del consumo del suolo, del riuso dei patrimoni urbani e dell’economia circolare», afferma Cardelli.

MA NON E’ TUTTO. TRA I 260 COMUNI aderenti all’associazioone si sta sempre più diffondendo la Cooperativa di comunità. «È uno strumento che condivide e realizza la comunità stessa, mettendo a disposizione la propria creatività, le proprie capacità, il proprio saper fare, per rispondere, in termini di servizi, ai fabbisogni emergenti in relazione al welfare, allo sviluppo sostenibile, al miglioramento della qualità di vita e del contesto ambientale e sociale locale. «Per questo sono nate nei Borghi autentici le Cooperative di Comunità per la diffusione di impianti fotovoltaici sui tetti dei privati, la gestione di beni pubblici altrimenti non utilizzati, la gestione dei vivai forestali, l’erogazione di servizi sociali domiciliari, la gestione delle case sfitte dei centri storici, la gestione dei terreni abbandonati e incolti per produzione di agricoltura a chilometro zero e la gestione dei beni confiscati alle mafie», conclude Antonio Cardelli.

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