Nei paraggi di Jean-Luc Moulène e il «protocollo dell’astrazione»
SAGGI «Tortura concreta», di Reza Negarestani edito da Tlon
SAGGI «Tortura concreta», di Reza Negarestani edito da Tlon
A testimonianza dell’interesse crescente della nostra editoria per il lavoro di Reza Negarestani, pochi mesi dopo Cyclonopedia, arriva in libreria, grazie all’attenta traduzione di Gioele Cima, il breve e denso Tortura concreta. Jean-Luc Moulène e il protocollo dell’astrazione (Tlon, pp. 110, euro 9).
COME SOSTIENE Cima nella introduzione, Tortura concreta è «un lavoro probabilmente minore della produzione di Negarestani, la cui importanza è però fondamentale», in quanto snodo irrinunciabile per seguire i movimenti della domanda che non ha mai smesso di assillare il filosofo iraniano: «Il pensiero proviene dall’esterno del soggetto o dal suo interno?» o, in altri termini, come si struttura la complicità dell’umano con i materiali anonimi? Pur nell’enorme differenza lessicale e architettonica, ciò che scorre nelle vene delle sue due opere maggiori – Cyclonopedia e Intelligence and Spirit – è, sempre e comunque, il rapporto tra umano e inumano, che Negarestani restituisce nella forma di una complessa immunologia filosofica, volta a delineare le linee di forza che costituiscono, e vengono costituite, dall’incontro/scontro tra contagio (inumano) e protezione (umano).
Tortura concreta, facendo leva sulla proliferante e inclassificabile produzione artistica di Jean-Luc Moulène, non devia da questa linea riflessiva, perché sua ambizione è proprio quella di mettere a fuoco il lavoro dell’astrazione nel rapporto tra pensiero (umano) e materia (inumano): «L’astrazione è la concomitante organizzazione della materia a opera delle forze del pensiero e il riorientamento del pensiero a opera delle forze materiali. È la mutua penetrazione e destabilizzazione di pensiero e materia, secondo i loro rispettivi meccanismi di regolazione e controllo». É questa incessante interazione tra «la manipolazione della materia da parte del pensiero e la torsione del pensiero da parte della materia» che dà il titolo al libro: la tortura concreta è la «crudeltà» che, nell’astrazione, il pensiero esercita al contempo sulla materia, per liberarsi dalle altrettanto crudeli «restrizioni» che questa gli impone, e su se stesso, per non perdersi nella falsa coscienza.
IL PROTOCOLLO dell’astrazione è invece l’insieme delle «procedure incarnate», delle «regole di condotta autonome che governano e danno forma» all’interminabilità del rapporto tra umano e inumano: «L’astrazione mira a capovolgere l’equilibrio alternando le forze del pensiero e quelle della materia, per poi catturare la nuova formazione o variazione in uno stato di stabilità superiore, prima di ricominciare il processo inventando nuove strategie di destabilizzazione». Per questo Tortura concreta sviluppa «un’operazione emancipativa».
L’esposizione all’infezione della materia offre al pensiero l’opportunità di «fare la differenza in un mondo marchiato da una permanente indifferenza», di trasformare le protezioni anti/corpali in aperture contagiose, in forze in/umane in grado di «sondare nuove opportunità per partecipare alle variazioni attraverso le loro invarianze» e, auspicabilmente, per mettersi nella condizione di produrre inedite forme di vita.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento