Visioni

Nei luoghi oscuri della mente e del soul

Nei luoghi oscuri della mente e del soulRaphael Saadiq – foto Aaron Apoport

Note sparse A otto anni dal precedente lavoro, Raphael Saadiq pubblica un album nato dall'elaborazione di un lutto. Testi introspettivi su musiche solari

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 25 settembre 2019

Un disco lungamente meditato – arriva a otto anni dal precedente – e soprattutto progettato. Perché il quinto album dell’artista di Oakland formatosi nel giro di Prince, prima di diventare fra gli 80 e 90 membro dei geniali Tony!Toni!Tone! e poi collaborare con The Roots, D’Angelo e altri «ragazzi terribili» del soul, nasce in realtà dall’elaborazione di un lutto. Jimmy Lee è un lavoro dedicato alla memoria del fratello, malato di Aids e morto per un overdose 25 anni fa, ma come spiega lui stesso: «Soprattutto pensato per quelle persone che hanno avuto un Jimmy Lee nelle loro vite». Un disco «universale», quindi, che analizza le varie sfaccettature della dipendenza. Quanto cupo e personale nei testi, musicalmente Jimmy Lee si compone di tredici tracce solari, arrangiate con gusto, intrise di soul, funk e gospel con numerosi omaggi ai maestri del genere, da Marvin Gaye a Curtis Mayfield.

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