Negato ai sindacati di intervenire alla prima della Scala mentre slittano i rinnovi
Slitta al 2024 il rinnovo del contratto dei lavoratori della Scala. Dopo l’annuncio dei tagli già dall’anno in corso da parte della Regione Lombardia e dal prossimo del Comune di Milano, sindacati e direzione hanno convenuto di far slittare di un anno la contrattazione. Per il 2023 ci sarà un bonus per ogni lavoratore di mille euro, un una tantum a cui si dovrebbe aggiungere una polizza sanitaria e un incremento della quota di previdenza complementare. Ma per il prossimo anno i lavoratori rinunciano agli aumenti previsti legati all’inflazione.
INVECE la direzione del teatro ha detto no alla richiesta di Cgil, Cisl, Uil e Fials di poter leggere un messaggio a difesa della cultura il 7 dicembre prima del Boris Godunov – diretto da Riccardo Chailly con la regia di Kasper Holten – che inaugurerà la stagione alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Nel 2010 lo aveva già fatto Daniel Barenboim, allora direttore musicale. Questa volta sul palco, prima dell’Inno di Mameli, l’idea era di far salire due lavoratori, un uomo e una donna, per leggere in italiano e in inglese il testo. «La cultura è un bene comune e primario come l’acqua. I Teatri, le Biblioteche, i Cinema – è il testo dei sindacati – sono come sorgenti inesauribili. La cultura è energia pura, energia per la mente e per l’anima di ogni essere umano. La musica, l’arte tutta è un linguaggio universale foriero di pace». «Un Paese che taglia i finanziamenti alla cultura – è il succo del messaggio -, taglia il futuro dei propri cittadini». La loro voce potrebbe però trovare spazio durante la diretta della Rai dello spettacolo.
Mentre fervono i preparativi per la prima di quest’anno, si pensa già al prossimo: ieri è stato annunciato che l’opera inaugurale della stagione 2023/2024 sarà Don Carlo di Giuseppe Verdi.
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