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‘Ndrangheta in Toscana, terremoto anche in Regione

‘Ndrangheta in Toscana, terremoto anche in RegioneBlitz dei carabinieri nelle concerie – Ansa

Inchiesta Dda Una indagine sulla cosca Gallace rivela una infiltrazione che spaziava dal traffico di droga al controllo di lavori stradali, fino allo smaltimento illecito dei rifiuti delle concerie del Comprensorio del cuoio. Arrestati i vertici dell'Associazione conciatori, fra gli indagati Ledo Gori, capo di gabinetto di Eugenio Giani. Circa 8.000 tonnellate di rifiuti contaminati usate per la nuova strada 429 dell'Empolese Valdelsa.

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 16 aprile 2021

Da una indagine per narcotraffico internazionale, gestito dalla cosca di `ndrangheta di Guardavalle nel catanzarese riconducibile alla famiglia Gallace, e partita dopo il ritrovamento di ben 130 chili di cocaina nel 2017 vicino alla Terrazza Mascagni di Livorno, la Dda di Firenze e i carabinieri Forestali, del Ros e del Noe sono arrivati a scoprire tutta una serie di attività criminali dei referenti della cosca in Toscana. Una infiltrazione che spaziava dal traffico di droga al controllo di lavori stradali, fino allo smaltimento illecito dei rifiuti delle concerie del Comprensorio del cuoio.
Oltre ai 23 arrestati, a far clamore anche i nomi di alcuni fra i 19 indagati, fra i quali Ledo Gori, attuale capo di gabinetto del presidente regionale Eugenio Giani dopo essere stato lo storico braccio destro di Enrico Rossi, accusato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, di fatto considerato uomo di fiducia degli imprenditori delle concerie, e per questo oggetto di trattativa elettorale fra l’Associazione conciatori e lo stesso Giani, che non è indagato. Lo è invece per abuso d’ufficio il direttore del settore ambiente e energia della Regione, Edo Bernini, mentre il consigliere regionale del Pd, Andrea Pieroni, è accusato di corruzione.
Coinvolta infine in un ruolo di rilievo la sindaca di Santa Croce sull’Arno, Giulia Deidda, accusata di associazione a delinquere. Per la Dda infatti la sindaca avrebbe avuto un ruolo di raccordo tra la politica e gli imprenditori delle concerie, finiti anch’essi sotto inchiesta – fra gli arrestati Alessandro Francioni, presidente dell’Associazione conciatori e membro del cda di Aquarno, il direttore dell’Associazione conciatori Aldo Gliozzi, e il suo predecessore Piero Maccanti – per l’illecito smaltimento dei fanghi degli stabilimenti. Fanghi che, insieme ad altri rifiuti conciari, tutti altamente inquinanti, invece di essere trattati correttamente venivano miscelati con altri materiali e riutilizzati in attività edilizie.
Circa 8.000 tonnellate di rifiuti contaminati sarebbero così state usate nella realizzazione del quinto lotto della nuova strada regionale 429 che da Empoli arriva a Castelfiorentino e Certaldo. Questo grazie agli stretti contatti fra il titolare dell’impianto di trattamento dei materiali riciclati dai reflui e dai fanghi delle concerie, Francesco Lerose (arrestato), e uomini della cosca Gallace che avevano preso il controllo del subappalto del movimento terra per realizzare la strada.
Secondo gli investigatori, i vertici dell’Associazione conciatori di Santa Croce erano il fulcro decisionale di tutto il sistema. Mentre il giudice delle indagini preliminari, nell’ordinanza che dispone le misure cautelari, certifica il monopolio delle aziende infiltrate dalla `ndrangheta, spiegando: “L’acquisizione di questo monopolio di fatto è resa possibile dalla presenza di due grossi esponenti della criminalità calabrese, operanti nel Valdarno, che influiscono, con la forza intimidatrice della organizzazione criminale di appartenenza, in modo da determinare equilibri che fuoriescono da quelli normali del libero mercato, secondo una logica non concorrenziale bensì impositiva e di assoggettamento”.
Immediata la richiesta di Irene Galletti, capogruppo regionale del M5S: “Il presidente Giani prenda atto che la situazione richiede che riferisca urgentemente sui fatti. Auspico che lo faccia di sua iniziativa, anche se non mancherò di avviare subito una raccolta firme tra le forze politiche responsabili in Consiglio regionale per vincolarlo a questo compito”.

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