Nddl: vince il si’, ma i contestatori non lo accettano
Aeroporto di Nantes Il referendum non risolve nulla. Gli zadisti si barricano contro il Grande Progetto Inutile, approvato nelle urne. Grandi rischi per l'evacuazione
Aeroporto di Nantes Il referendum non risolve nulla. Gli zadisti si barricano contro il Grande Progetto Inutile, approvato nelle urne. Grandi rischi per l'evacuazione
Il referendum non è sempre una soluzione. L’”altro” referendum della scorsa settimana, nel dipartimento della Loire-Atlantque, un po’ meno di un milione di aventi diritto al voto, si è concluso con la vittoria del “si’” al 55,17% (e una buona partecipazione) a favore della costruzione dell’aeroporto di Notre-Dame-des-Landes. Per Manuel Valls, questo risultato “chiude definitivamente il dibattito sull’opportunità del trasferimento” dell’attuale aeroporto di Nantes. “Il governo farà applicare il verdetto”, ha aggiunto il primo ministro, che vuole l’inizio dei lavori per il prossimo autunno.
Ma i contestatori del Grande Progetto Inutile non accettano il risultato, gli occupanti dei terreni non vogliono andarsene. Questa reazione è causata dal lungo braccio di ferro, che dagli anni ’60 oppone le due posizioni, degenerato a volte in violenza. I fautori del “no” affermano che il voto a favore è soprattutto concentrato nella zona nord del dipartimento, più lontana dal sito prescelto. Contestano il “perimetro” scelto dal governo per il voto, troppo ridotto. Sottolineano che non solo attorno al sito di Notre-Dame-des-Landes ma anche nel capoluogo Nantes, che peraltro avrebbe interesse ad avere un nuovo scalo secondo i suoi difensori, il “si’” ha vinto solo per un pugno di voti. Gli zadisti (quelli che occupano l’area, che hanno sviato il significato iniziale di Zad – zona di pianificazione differita – in Zona da difendere) si preparano a continuare la battaglia. Intanto, invocano alcune sentenze giudiziarie e una richiesta di chiarimento della Commissione europea, per far sapere a Valls che non si muoveranno fino all’esaurimento dei ricorsi (era del resto una promessa di Hollande). Cosa farà il governo? Ci sono tristi precedenti: in uno sgombero, a Sivens, dove c’era una forte contestazione della costruzione di una diga (il progetto alla fine è stato poi ridimensionato), un ragazzo è morto, in seguito a un tiro di fumogeni della Gendarmerie, un errore, secondo l’inchiesta, era notte e lo studente stava osservando la scena nel buio. Alcuni parlamentari di Europa Ecologia, gli unici ad essere andati sul posto a Notre-Dame-des-Landes a fare campagna, appena conosciuto il risultato si sono schierati con i ribelli che vogliono non tenerne conto. Nella giornata hanno pero’ corretto un po’ il tiro, per timore di fomentare una jacquerie continua, che puo’ avere esiti pericolosi in una società francese in forte crisi sociale.
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