Natuzzi riporta i divani in Italia
L'accordo Esuberi ridotti grazie al rientro in Puglia di produzioni oggi affidate alla Romania. Mobilità volontarie e nuovi posti, alcuni però solo nei prossimi anni. E via alle «newco»
L'accordo Esuberi ridotti grazie al rientro in Puglia di produzioni oggi affidate alla Romania. Mobilità volontarie e nuovi posti, alcuni però solo nei prossimi anni. E via alle «newco»
È stato siglato ieri al ministero dello Sviluppo economico, il «Piano di salvaguardia del polo Italia» del gruppo Natuzzi. L’accordo è stato raggiunto in extremis nella tarda serata di mercoledì, quando il 90% dei lavoratori del gruppo riuniti in assemblea ha dato l’ok al testo dell’intesa.
La firma è stata apposta dai sottosegretari Carlo Dell’Aringa (Lavoro) e Claudio De Vincenti (Sviluppo economico), dal presidente della Regione Puglia Nichi Vendola insieme all’assessore al Lavoro Leo Caroli, da esponenti della Regione Basilicata e delle Province interessate, sindaci del territorio, Confindustria, dai segretari nazionali e provinciali di Cgil, Cisl e Uil e dai dirigenti dell’azienda di Santeramo in Colle.
L’intesa prevede la riduzione del numero degli esuberi totali da 1726 a 1506. Nei 1726 esuberi iniziali annunciati lo scorso 1 luglio, erano compresi 1580 operai e 146 impiegati. Di questi ultimi, 50 saranno riassunti e il restante andrà in mobilità. Quanto agli operai, si passa da 1580 a 1380 esuberi totali: le 200 tute blu «salvate» torneranno al lavoro grazie al potenziamento dello stabilimento materano di Jesce 1.
Molto articolato il piano per assorbire i restanti 1380 esuberi: 600 lavoratori andranno in mobilità attraverso incentivo all’esodo volontario (previste due fasce di incentivo, da 20 mila a 32 mila euro con un esborso da parte dell’azienda di circa 18 milioni di euro), circa 500 (che diventeranno 700 dal 2018) verranno reinseriti nell’attività produttiva sia attraverso il rientro di produzioni dalla Romania alla Puglia: si tratta della linea Leather Edition, un brand che si posiziona in una fascia intermedia tra il basso di gamma realizzato per Ikea (prodotta per lo più in Brasile e Cina) e la fascia più alta della linea Divani&Divani disegnato nei siti italiani ed esportato in Europa e Usa, sia con la creazione di diverse newco (società esterne, autonome rispetto all’azienda, ma legate alla società da specifici accordi commerciali).
Natuzzi ha infatti confermato che gli stabilimenti di Ginosa in provincia di Taranto e La Martella in provincia di Matera saranno chiusi. L’azienda ha affidato a una società esterna la realizzazione delle prime due nuove newco proprio nei due siti Ginosa e La Martella che torneranno al lavoro grazie al rientro della linea attualmente prodotta in Romania. Una linea che ha previsioni di crescita di fatturato importanti, in base alle quali si potrebbero creare in Puglia nei prossimi anni altri 200 posti di lavoro.
Il piano per il riassorbimento degli esuberi si completa con la creazione di una nuova «linea notte» di complementi d’arredo che la Natuzzi affiderà a un’altra newco. Con questa nuova produzione l’azienda conta di recuperare altri 150 posti di lavoro, con i sindacati che hanno già annunciato la richiesta di trasferimento di questa linea negli stabilimenti in provincia di Bari.
Nell’accordo è anche previsto che a novembre partirà il progetto regionale per l’individuazione di imprenditori «volenterosi» che istituiranno le newco nel distretto grazie al sostegno dei 101 milioni di euro messi a disposizione dal ministero dello Sviluppo e dalle Regioni Puglia e Basilicata nell’ambito dell’accordo di programma per il rilancio del settore del mobile imbottito siglato lo scorso febbraio. Le nuove piccole aziende dovranno avviare l’attività entro l’aprile del 2014. A causa della complessità connessa alle ricadute occupazionali del piano, azienda e sindacati hanno richiesto una proroga per un anno della cassa integrazione straordinaria per «riorganizzazione aziendale», con decorrenza dal 16 ottobre 2013.
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