La prima striscia giornaliera dei Peanuts, i famosissimi personaggi a fumetti creati da Charles Monroe Schulz, venne pubblicata il 2 ottobre 1950 su sette quotidiani statunitensi. Charlie Brown compariva già come protagonista, anche se non vestiva ancora la famosa maglietta a zig-zag, che indosserà per la prima volta il successivo 21 dicembre. Il 4 ottobre apparve invece l’altro grande protagonista del fumetto, il cane Snoopy, mentre Lucy e Linus arriveranno due anni dopo, rispettivamente a marzo e a settembre del 1952. Quindici anni dopo, la sera del 9 dicembre 1965, va in onda un cartone animato che tiene tutti attaccati al televisore: si intitola A Charlie Brown Christmas, e rappresenta il primo speciale televisivo basato sui personaggi dei Peanuts, trasformando le strisce di Schulz in un mini-film di Natale per bambini.

LA RECITA
La prima scena vede tutti i personaggi dei Peanuts pattinare su un laghetto ghiacciato. Linus, Shermy, Schroeder, Lucy, Violet, Piperita Patty e Frieda, la bambina con i riccioli, sono lì che si divertono, mentre Charlie Brown è depresso perché il Natale è diventato una festa commerciale e senz’anima. Chiede consiglio a Lucy, che gli suggerisce di organizzare una recita natalizia a scuola per sentirsi più coinvolto nei festeggiamenti. Charlie Brown accetta, ma alla prima prova si rende conto che nessun ragazzino gli dà retta e che sono più che altro interessati a svecchiare a loro modo l’immagine della festa.
Sempre su consiglio di Lucy, Charlie Brown va con l’amico Linus a comprare un albero di Natale per addobbare meglio il palco della recita. Tra i tanti alberi finti di alluminio, ne trova solo uno vero, minuscolo e striminzito, e decide di acquistarlo. Tornato a scuola, Charlie Brown viene deriso dai compagni per il pessimo stato della pianta. Preso dall’esasperazione chiede se ci sia almeno uno tra loro che sappia spiegare il vero significato del Natale. Linus sul palco recita il secondo capitolo del vangelo di Luca in cui si parla della nascita di Gesù e della visita dei pastori, aggiungendo alla fine: «È questo il senso del Natale, Charlie Brown». Per nulla consolato, Charlie Brown torna a casa con l’albero e prova ad addobbarlo, ma i suoi rami sono troppo sottili e non reggono il peso delle decorazioni, cosa che lo deprime ancor di più. Alla fine intervengono Linus e gli altri suoi amici per sistemare le cose, dando un nuovo senso profondo e di solidarietà al Natale.

CARATTERISTICHE
Una delle caratteristiche più sorprendenti di A Charlie Brown Christmas è la musica: una partitura jazz, leggera ma anche molto sofisticata, che mescola nuovi arrangiamenti di classici natalizi e canzoni composte per l’occasione dal pianista Vince Guaraldi ed eseguite dal suo terzetto (con lui Monty Budwing al basso e Colin Bailey alla batteria). La musica creata dal jazzista di chiare origini italiane (nato nel 1928 a San Francisco e morto per un infarto a soli 47 anni) insieme al disegno e ai dialoghi è il terzo pilastro su cui si basa la riuscita del cartone. Sembra un dettaglio trascurabile, ma il fatto che A Charlie Brown Christmas è stato il primo speciale televisivo a non avere le risate preregistrate rende la colonna sonora ancor più importante: la musica riempie efficacemente le pause e accompagna con eleganza le battute dei personaggi di Schulz.
Come per la recita di Charlie Brown, anche lo speciale televisivo nasce da un fallimento. L’idea di realizzare un documentario sui Peanuts risale all’inizio degli anni Sessanta, quando le strisce cominciarono a essere popolari. Il progetto iniziale del produttore televisivo Lee Mendelson è fare un filmato sulla vita quotidiana di Charles M. Schulz con pochi minuti di inserti animati e una colonna sonora jazz appositamente commissionata a Vince Guaraldi. Mendelson aveva sentito alla radio Cast Your Fate to the Wind, una composizione di Guaraldi che gli era piaciuta molto per lo stile e le invenzioni musicali in diversi suoi passaggi, tanto da proporgli di lavorare al documentario che stava preparando. Il filmato viene realizzato, la musica scritta e arrangiata, ma Mendelson scopre che nessuna rete televisiva è interessata a comprarlo. Quando, nell’aprile del 1965, i Peanuts finiscono sulla copertina di Time, la Coca-Cola Company chiama Mendelson e manifesta interesse a sponsorizzare qualcosa sui Peanuts. In quel periodo la multinazionale stava pensando a uno speciale di Natale in tv per farsi pubblicità, di conseguenza l’agenzia pubblicitaria McCann Erickson considerò che si potesse fare qualcosa con i Peanuts riprendendo l’idea di Mendelson.
Probabilmente ignaro che realizzare un prodotto del genere in soli sei mesi fosse una missione ai limiti dell’impossibile, Mendelson accetta. Chiama di corsa Schulz e Guaraldi e li convince a rimettere mano ai disegni e alle musiche, che a questo punto però dovranno avere un tema natalizio. Per il jazzista si tratta di riprendere i temi che aveva già composto e aggiungere qualcosa di espressamente legato alla festività. Nonostante il poco tempo a disposizione, Guaraldi realizza uno degli album di Natale più piacevoli ed espressivi della storia, quasi sempre disastrata, dei cosiddetti «holiday album». E in più riesce anche a piazzarci uno standard natalizio: la sua Christmas Time Is Here è diventata un brano rieseguito da molti (Rem e Alicia Keys per citarne alcuni). Anche l’arrangiamento cool jazz del classico O Tannenbaum è un pezzo di bravura, con il suo accordo appena accennato di Jingle Bells alla fine.

LA BAGATELLA
Per Elisa, la celebre bagatella di Beethoven, fa capolino direttamente dal repertorio di Schroeder, il piccolo pianista dei Peanuts. Linus & Lucy è uno dei brani recuperati dal vecchio documentario mai uscito ed è forse quello che meglio descrive la sensibilità di Vince Guaraldi per la descrizione dei personaggi. Alla vecchia carola natalizia What Child Is This, Guaraldi aggiunge il tema dell’antica melodia popolare Greensleeves. Nella versione vocale di Christmas Time Is Here e in Hark the Herald Angels Sing si sente il coro di bambini della chiesa episcopale di San Rafael, poco lontano dagli studi di Los Angeles dove il Guaraldi Trio stava registrando. L’indicazione che il jazzista dà al direttore del coro è che questo deve cantare perfettamente ma suonare sempre come un gruppo di bambini. Sono tutti dettagli che hanno reso la colonna sonora un’opera apprezzabile dal pubblico ampio ed eterogeneo che si trovava di fronte alla tv nel dicembre di 58 anni fa. Il successo del cartone e del disco, uscito a ridosso delle feste con Charlie Brown, Linus, Lucy e Snoopy in copertina, è tale da farlo diventare uno dei dischi jazz più venduti di sempre. Alcune fonti lo piazzano addirittura al secondo posto come vendite dopo A Kind of Blue di Miles Davis e nel periodo natalizio torna spesso nelle classifiche dei dischi più venduti.

SPONSOR E ABETI
Anche A Charlie Brown Christmas viene trasmesso ogni anno negli Stati Uniti. Dal Duemila i diritti sono stati acquisiti dalla rete televisiva Abc, che solitamente lo manda in onda almeno due volte a dicembre. La versione originale conteneva alcuni riferimenti alla Coca-Cola, che come detto ne aveva sponsorizzato la produzione, in seguito rimossi. Si dice che lo speciale abbia dato il colpo di grazia al mercato degli alberi di Natale sintetici realizzati in alluminio. Tra la fine degli anni Cinquanta e i primi Sessanta erano molto popolari, ma dopo la messa in onda del cartone animato in cui Charlie Brown si affeziona a un albero naturale, per quanto striminzito, le vendite degli abeti sintetici calarono rapidamente e la loro produzione interrotta qualche anno dopo.