Narrazione tragicomica di un amore infranto
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Cultura

Narrazione tragicomica di un amore infranto

Scaffale L'ultimo romanzo di Diego De Silva, «I titoli di coda di una vita insieme», è il lucido racconto di una rottura, fra riso e pianto
Pubblicato circa 5 ore faEdizione del 1 ottobre 2024

Una separazione è una forma che priva di ogni valore e senso la precedente unione, un affare diverso, un discorso manchevole di tutti i riferimenti che in precedenza hanno garantito una saldatura, quella solidità sicura e certa che definisce inizialmente la vita di qualunque coppia. La separazione restituisce invece a quella che fu una coppia la diversità delle due singolarità che l’avevano composta e, di conseguenza, apre a un racconto di ciò che è stato ormai distinto e non più rimarginabile e soprattutto quasi sempre mai reciprocamente riconoscibile.

ATTORNO A QUESTO, al tempo dell’addio e ai suoi margini indefinibili e sempre imprecisi agisce l’ultimo romanzo di Diego De Silva, I titoli di coda di una vita insieme (Einaudi, pp. 248, euro 19). Un romanzo audace e affilato che arrischia senza mai banalizzare ed evita brillantemente la retorica: il dramma di una coppia che si ritrova persa e smarrita a rimuginare su un’illusione dolorosa, un pensiero sgonfio e stanco che lascia tra le dita la sensazione di un’unione inutile e infelice. Una sostanziale condizione che oramai priva di ogni speranza di felicità.

De Silva mette così in scena due voci che raccontano una separazione che ha però nel cuore sempre i motivi di quella che fu l’unione, la vita insieme, prima dei motivi della separazione. Quello che fu un amore assoluto e inscindibile, come tutti gli amori promettono di essere, ma che ora si trova dopo anni di compromessi e di patti con la realtà a vedere mutata la propria utopia in una forma di tragica (e anche ridicola) disillusione. Non resta più nulla in grado di opporsi agli spigoli della vita e tanto meno a quella noia quotidiana che alberga giorno dopo giorno negli angoli di una casa ora luogo di una sorprendente quanto apparentemente inspiegabile infelicità. E alla fine resta da raccontare solo un amore rotto, perché la separazione come il momento esatto della fine che entrambi avvertono come evidente, non è in realtà possibile chiarirlo e tanto meno identificarlo in una data, in un gesto, come in un momento esatto.

I capitoli de I titoli di coda di una vita insieme divengono così una sorta di introduzione di quelle che sono le due voci in causa. Lei e lui che provano a ripercorrere i momenti della rottura, ritrovandosi però disperatamente agganciati agli ultimi momenti di una felicità in via di esaurimento. Momenti che, come gli arcobaleni, arrivavano imprevedibilmente a colorare i loro due visi dopo un litigio assurdo di cui nessuno dei due ora ricorda i motivi. L’analisi della fine assume la pesantezza e l’angoscia di un dolore difficilmente riducibile e accettabile e che anzi si amplifica sempre più proprio nelle piccole cose, nei momenti minimi.

I FRAMMENTI della coppia si traducono nei frammenti degli oggetti, nelle grida spezzate e improvvise che imbarazzano i vicini. Un imbarazzo generale per una violenza verbale inedita e sconosciuta che esplode e volutamente esagera provando a colpire e ad affondare. Non serve alcuna precisione, perché urge la necessità di uno sfogo che strappi nettamente.
La scrittura di De Silva coglie al meglio i punti di fragilità diversi e al tempo stesso imprevisti che ognuno dei due espone all’altro/a. Un racconto doloroso che si quieta nell’accettazione di un futuro obbligatoriamente diverso per lei e per lui.

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