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Napoli sotterranea, al via i ricorsi contro il lavoro nero

Napoli sotterranea, al via i ricorsi contro il lavoro neroLa protesta degli attivisti dell’Ex Opg Je’ so pazzo

Il caso Sedici le cause intentate dai legali dell’Ex Opg per «il mancato pagamento a titolo di compensi per lavoro straordinario, supplementare, festivo, ferie non godute, permessi non retribuiti, trattamento di fine rapporto»

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 31 marzo 2018

Vestiti da fantasmi stamattina tornano a Napoli Sotterranea gli attivisti dell’Ex Opg Je’ so pazzo: all’associazione che gestisce le visite guidate nel sottosuolo di piazza San Gaetano consegneranno un uovo di Pasqua, la sorpresa sono le 16 cause di lavoro intentante da altrettanti ragazzi che affermano di aver lavorato in nero come guide o come camerieri nella vicina pizzeria Sorelle bandiera, pubblicizzata sul sito di Napoli Sotterranea. Lo scorso ottobre i legali dell’Ex Opg hanno inviato all’associazione le lettere di messa in mora per «il mancato pagamento a titolo di compensi per lavoro straordinario, supplementare, festivo, ferie non godute, permessi non retribuiti, trattamento di fine rapporto». Passati cinque mesi, ieri sono partiti i primi ricorsi al tribunale: saranno i giudici a stabilire se ci sia stato oppure no un rapporto di lavoro subordinato.

I ricorrenti, secondo Napoli Sotterranea, non sarebbero stati dipendenti ma volontari occasionali: «Non avevamo l’assicurazione sul lavoro – hanno raccontato agli avvocati -, il salario variava: dai 2 ai 5 euro all’ora senza contributi, in contante a fine turno, quando poi ti dicevano a che ora dovevi presentarti il giorno dopo. Lavoravi per almeno 5 ore ma potevano chiederti di andare avanti anche per 13 ore senza pause». Ci sarebbero stati casi di guide costrette a fare i facchini per la pizzeria: «I capi promuovono un clima di competizione e paura. Il percorso di Napoli Sotterranea e la pizzeria sono videosorvegliati, controllano tutti come in un incubo orwelliano». Nessuno poi avrebbe informato le guide dell’esposizione al gas Radon, presenta nel sottosuolo. L’Ex Opg ha presentato un’esposto alla Procura e all’Asl: «Il rischio può essere anche molto basso ma, a norma di legge, è diritto dei lavoratori esserne messi a conoscenza ed è obbligo del datore di lavoro prendere le contromisure necessarie».

La Camera popolare del lavoro dell’Ex Opg ha lavorato a una bozza di regolamento per rendere più stringenti i controlli sugli esercenti, un lavoro utilizzato dal comune per stendere un nuovo regolamento sull’occupazione degli spazi pubblici, approvato giovedì: i privati che verranno sanzionati dall’Ispettorato del Lavoro si vedranno bloccare il rinnovo del permesso fino a due anni.

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