Napoli, regolamento di conti fra clan all’entrata della scuola
Camorra Al Rione Villa, periferia est della città, ucciso un pregiudicato, ferito il figlio, illeso il nipotino
Camorra Al Rione Villa, periferia est della città, ucciso un pregiudicato, ferito il figlio, illeso il nipotino
Stavano salendo in auto per accompagnare il bimbo all’asilo: Luigi Mignano, 57 anni, e il figlio Pasquale di 32, padre del bambino, sono stati raggiunti da due sicari su uno scooter. Il rumore delle raffica di colpi ha bloccato gli abitanti del Rione Villa. Cessato il raid, è rimasto a terra senza vita il corpo di Luigi mentre il figlio Pasquale è stato portato all’Ospedale del Mare, raggiunto alle gambe dalle pallottole. Sul selciato, accanto al nonno, lo zainetto di Spiderman del nipotino, rimasto illeso, e 12 bossoli. Così ieri è cominciata la giornata a San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli. Il più anziano dei tre, con precedenti per estorsione, droga e associazione camorristica, era considerato vicino al clan egemone della zona, i Rinaldi, attualmente in guerra con i Mazzarella. Il figlio invece non ha precedenti. Il gruppo ha percorso solo pochi metri da casa al luogo dell’agguato, in via Ravello. Lo scooter utilizzato dai sicari è stato poi trovato carbonizzato a di San Giorgio a Cremano.
«Abbiamo sentito numerosi colpi di pistola, almeno una decina, si è scatenato il panico, era il momento di entrata a scuola, abbiamo pensato subito a mettere in sicurezza i bambini» ha raccontato Valeria Pirone, preside dell’Istituto Vittorino da Feltre, davanti il quale è stato ucciso Mignano. «La scuola, le associazioni, la parrocchia, ci sentiamo abbandonati – ha proseguito -. Chiediamo da tempo le telecamere di sorveglianza e più forze dell’ordine. Io voglio l’esercito. Le istituzioni devono spiegare perché, in un posto così, non ci sia protezione». Il rione è ostaggio delle stese dei clan, cioè delle raffiche di colpi sparate in aria o contro gli edifici dei rivali a scopo intimidatorio. La periferia est era un agglomerato di quartieri operai: ex zona industriale, la scomparsa della cantieristica, degli artigiani delle calzature e dell’industria agroalimentare ha lasciato spazi vuoti, devastati dall’incuria. L’unica presenza sono i depositi di carburante con le inchieste per inquinamento ambientale.
Le associazioni e le parrocchie del territorio, riunite nella rete Napoli Zeta, proprio lunedì avevano chiesto più polizia municipale: «Non è una battaglia su un vigile in più o in meno, tutti i territori devono avere pari dignità, dal trasporto ai rifiuti, alle politiche culturali, passando anche dalla polizia locale». Padre Modesto Bravaccino, la cui parrocchia è accanto al luogo della sparatoria, ieri ha commentato: «Eravamo fiduciosi che la situazione fosse migliorata, poi un agguato davanti a un bimbo di quattro anni ci ha fatto capire che la ferocia è aumentata». La chiesa di San Giuseppe e San Giovanni di Lourdes è l’unico punto di aggregazione, un anno fa un proiettile era finito nell’oratorio: «Si è sparato tanto ma nessun omicidio – conclude padre Bravaccino -. C’è stata una manifestazione anticamorra, l’incontro col ministro Salvini, con il sindaco. La situazione è peggiorata. Questa è ferocia».
Il sindaco Luigi de Magistris e il governatore Vincenzo De Luca chiedono conto al Viminale. «Salvini è venuto a Napoli tre volte – il commento di de Magistris -, si è discusso del Rione Villa, ha promesso un rafforzamento che non s’è visto nei commissariati». E De Luca: «Ci attendiamo una risposta dallo stato. Il tempo della propaganda è finito».
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